“Al di là delle “giornate” annuali a esso dedicate – quella nazionale è stata celebrata il 15 marzo, quella internazionale sarà il 2 giugno – Il problema dei disturbi alimentari esiste 365 giorni l’anno e ad esserne colpiti maggiormente sono i giovani, solitamente più insicuri e in competizione reciproca, giocoforza impreparati ad affrontare difficoltà e sconfitte e meno capaci di perseguire l’equilibrio esistenziale”.
Così Sonia Brescacin, consigliere regionale e presidente della V Commissione Politiche Socio Sanitarie della Regione Veneto, sul problema dei disturbi alimentari.
Anche in Veneto come in tutta Italia si registrano numeri in aumento: guardando il numero di accessi al Pronto Soccorso per problemi legati ai disturbi alimentari, vediamo che si è passati da 320 (di cui 260 femmine e 60 maschi) nel 2021 a 349 (di cui 277 femmine e 72 maschi) nel 2023.
Accorgersi del pericolo non è sempre semplice, perché i segnali del corpo possono essere rivelatori ma per esempio durante stati d’ansia o depressione, la comunicazione interna del corpo può risultare distorta, portandoci a minimizzare i sintomi e ad adottare scelte errate riguardo all’alimentazione.
“L’alimentazione coinvolge il nostro sistema mente-corpo che, essendo una macchina meravigliosa e complessa, – afferma – esclude il “fai da te” per curarsi o capire se c’è qualcosa che non va. Non ci sono ricette miracolistiche, è necessario rivolgersi al proprio medico, il quale può avvalersi, se lo ritiene necessario, dell’intervento dei medici e psicologi che operano nella Rete Regionale Veneta per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione” formata da due Centri Regionali (Azienda Ospedale Università di Padova, Azienda Ospedaliera Universitaria integrata di Verona) e tre Centri di riferimento Provinciale (AULSS 8 Berica, AULSS 2 Marca Trevigiana, AULSS 4 Veneto Orientale).
Per la provincia di Treviso merita ricordare anche il progetto “Futuro Insieme” a Susegana per situazioni di crisi e disagio psichico con adolescenti con specifico Disturbo del Comportamento alimentare. Non mancano poi le cliniche ambulatoriali all’interno di ogni Azienda ULSS e le strutture delle Case di Cura private autorizzate.
Per la cosiddetta “presa in carico” dei pazienti, nel 2021 la Regione Veneto ha istituito un Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) con l’obiettivo di fornire livelli di assistenza che includono il medico di medicina generale o pediatra, la terapia ambulatoriale, la terapia semiresidenziale o ambulatoriale intensiva, la riabilitazione intensiva in regime residenziale e il ricovero ordinario e d’emergenza.
Fondamentali inoltre sono le principali raccomandazioni relative alla gestione dei disturbi alimentari (tra cui il riconoscimento e intervento precoce), le terapie tempestive e specifiche basate sull’evidenza e sull’approccio multidisciplinare e continuativo, un approccio graduale (passando da interventi meno complessi a quelli più intensi), la prevenzione e la gestione delle complicazioni mediche e psichiatriche sia nelle fasi iniziali acute sia nelle pazienti con una malattia di lunga durata.
(Foto: Sonia Brescacin).
#Qdpnews.it