“Mi auguro che, spenta la propaganda elettorale, i 73 nuovi rappresentanti italiani al Parlamento europeo, di ogni famiglia politica, portino a Bruxelles una visione convintamente europeista che, pur nelle differenze e nella necessità di cambiare in meglio meccanismi e regole, ne confermi i valori e il riferimento imprescindibili. Da soli non andiamo da nessuna parte, nella sfida globale serve più Europa, non meno. Per reggere il confronto con Stati Uniti, Cina e Russia, le guerre commerciali, le minacce alla sicurezza, il fenomeno migratorio e in questo modo perseguire gli interessi nazionali. Per questo sarà decisiva la capacità di tessere alleanze, a partire dall’odierno vertice dei capi di Stato e di Governo, per contare nelle scelte che contano (dalla Commissione e i commissari Ue alla Bce) e non isolarsi. Gli orizzonti nazionali non bastano, serve un percorso comune e più integrazione. Confermare la volontà europeista e anche però l’esigenza di cambiare “questa” Europa, dal di dentro. La strada sta nel mettere al centro l’industria e il lavoro, modificare il patto di Stabilità riconoscendo spazi agli investimenti pubblici nazionali, coordinare fiscalità, dogane, sicurezza, realizzare un controllo efficace sulla frontiera esterna comune. E anzitutto in una cultura aperta che punti sulla fiducia e la coesione e non sulle paure, per ridare un’anima al progetto europeo, opportunità per tutti e ridurre le disuguaglianze”.
È l’appello rivolto da Massimo Finco (nella foto), presidente di Assindustria Venetocentro all’indomani delle elezioni europee del 26 maggio.
L’analisi del presidente Finco guarda anche all’interno: “L’esito del voto è stato un segnale molto forte, soprattutto al Nord. Quello che adesso ci aspettiamo è che finiscano gli spot elettorali e si torni a pensare al paese reale, al lavoro e alle imprese con azioni concrete. Occorre cambiare passo, rimettere mano alle scelte di spesa pubblica, con l’augurio che ciò accada ora con poca demagogia. Avviare una nuova e seria riflessione politica, perché molte decisioni degli ultimi mesi possano essere riviste e corrette e il “contratto” verde-giallo reso più aderente alle reali urgenze del paese e non dei contraenti”.
“Mi auguro che le due anime diverse del Governo prendano il risultato elettorale come un supplemento di responsabilità a fare e come un bagno di umiltà. A maggior ragione in un momento insidioso per l’economia nazionale e in cui l’Italia deve affrontare scelte decisive come quelle della manovra autunnale, dopo scelte politiche particolarmente deludenti”.
“Il voto ha intercettato un consenso netto e polarizzato – conclude Finco – di cui fare un uso equilibrato. In termini generali, è una democrazia debole, fragile quella in cui insieme a una maggioranza forte e capace di governare, non ci sia anche una opposizione strutturata, non ci sia confronto, contendibilità del consenso. Se c’è una sola squadra in campo va a scapito del bel gioco e del risultato. L’auspicio è che chi ha vinto nettamente sappia fare buon uso del mandato ricevuto, e chi non ha vinto sappia interpretare in maniera positiva per il Paese il ruolo di opposizione”.
(Fonte e foto: Assindustria Venetocentro).
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