Europa percepita lontana nell’emergenza Coronavirus. Gaudina: “C’è una strategia organizzata di disinformazione”

Qual è il ruolo dell’Europa in questa crisi? L’emergenza Coronavirus ha accorciato o allungato le distanze tra i cittadini e le istituzioni europee? Che percezione hanno gli italiani del lavoro degli organi dell’Unione Europea in uno degli eventi più delicati degli ultimi anni?

Questi sono alcuni degli argomenti trattati con Massimo Gaudina, dal 2017 capo della rappresentanza a Milano della Commissione europea, con una lunga esperienza nelle istituzioni europee iniziata nel 1994.

Gaudina ha diretto anche l’Unità Comunicazione del Consiglio europeo della ricerca (Cer) a Bruxelles.

Questa è una crisi terribile – spiega Gaudina -, alla quale nessuno era preparato e che sta mettendo a durissima prova tutti i nostri cittadini ma anche le istituzioni, l’economia e i sistemi sanitari. Quello che sta facendo l’Europa si sta svolgendo su molti fronti: per esempio, dal 23 febbraio, non appena è nata l’emergenza in Lombardia e Veneto, è venuta in Italia una missione dell’Agenzia europea per la gestione delle malattie per aiutare le autorità italiane raccomandando delle linee guida su come trattare l’epidemia. Poi è iniziato un coordinamento sanitario perché, se ne parla poco, ogni giorno i 27 ministri della salute dei 27 Paesi europei si riuniscono in videoconferenza, insieme alla commissaria europea alla salute, proprio per cercare di coordinare le varie azioni. All’inizio erano sparpagliate e scoordinate, ogni Paese andava un po’ per conto suo, adesso c’è un po’ di coordinamento perché i Paesi hanno capito che bisogna scambiarsi le informazioni fino a cercare di avere degli atteggiamenti omogenei”.

C’è molta ricerca scientifica – prosegue -, finanziata dall’Europa, per trovare vaccini e terapie, e c’è molta solidarietà anche se si parla poco di questo. È vero che all’inizio alcuni Paesi avevano bloccato i dispositivi medici verso l’Italia. È vero e bisognerebbe chiedere a loro il perché, probabilmente volevano prepararsi all’arrivo a casa loro dell’epidemia. Sta di fatto che, dopo l’intervento forte della Commissione europea, questi Paesi hanno cominciato invece ad aprire le loro frontiere alle mascherine, per esempio, o ai respiratori che adesso stanno arrivando in Italia anche dalla Germania, dalla Francia, dall’Austria e da altri Paesi europei. Ci sono pazienti italiani attualmente ricoverati in Austria o in Germania: quindi la solidarietà europea da parte dei Paesi adesso si sta pienamente dispiegando. Da parte delle istituzioni si sta svolgendo e rafforzando soprattutto dal lato economico”.

L’Europa non riesce a raccontarsi abbastanza – precisa Gaudina in merito alla bassa percezione di questo lavoro europeo da parte degli italiani -, abbiamo evidentemente dei limiti nella nostra capacità di comunicare. Abbiamo bisogno dell’aiuto dei media e di tutti i moltiplicatori che ci sono nei nostri Paesi, perchè non sono le istituzioni da sole che possono spiegare ai cittadini quello che sta succedendo. Abbiamo bisogno di intermediari e stiamo lavorando con tanti media, anche locali, che sono una risorsa per noi. C’è un discorso di disinformazione che è stato identificato, c’è una strategia organizzata di disinformazione, a quanto pare, che sta un po’ confondendo le acque e che non sta facendo passare il messaggio giusto”.

“La Banca centrale europea – aggiunge Gaudina parlando degli strumenti messi in campo dall’Europa per fronteggiare l’emergenza economica – ha subito attivato il suo nuovo bazooka, inizialmente da 750 miliardi di euro, che adesso aumenteranno ancora. La Commissione europea ha sospeso il patto di stabilità, permettendo a tutti gli stati di finanziare in deficit le nuove spese impreviste per l’emergenza. C’è la sospensione del divieto agli aiuti di Stato: gli aiuti di Stato, che di solito sono proibiti perché falsano il mercato all’interno dell’Europa, in questa fase emergenziale invece sono autorizzati. Poi 40 miliardi di fondi europei, non ancora utilizzati, che saranno tutti riconvertiti nella lotta all’emergenza e una nuova iniziativa, presentata in questi giorni: una sorta di cassa integrazione europea, da 100 miliardi di euro, che la Commissione lancia attraverso prestiti che va a cercare sul mercato, e che permetterà alle imprese la possibilità di mantenere i propri lavoratori, e non di licenziarli, per esempio con azioni di formazione e con altre azioni che permettano di restare impiegati in questa fase di emergenza”.

Non è mancato un accenno alla strategia europea di uscita dalla crisi, con un piano di rilancio e di ripresa degli investimenti, e un focus sui progetti che riguardano in modo specifico la Regione Veneto e la Provincia di Treviso, con la possibilità di accesso alla liquidità per le piccole e medie imprese.

“Se siamo entrati nell’emergenza in modo scoordinato – ha concluso Gaudina riferendosi all’approccio dei diversi Stati europei – sarà importante uscire dall’emergenza in modo coordinato”.

 

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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