Fusioni di Comuni veneti, “abbattuto” il quorum dei referendum di ottobre

“Il disegno di legge sull’associazionismo intercomunale, le fusioni di Comuni e le intese programmatiche di area, approvato martedì in Consiglio regionale, definisce un passaggio importante all’interno del piano di riordino territoriale. Le disposizioni approvate aiuteranno a dare rapida attuazione al Piano di Riordino territoriale adottato dalla Giunta regionale e all’esame della Prima Commissione Consiliare per l’espressione del parere di competenza. In particolare, segnalo come abbassando anche il quorum di partecipazione ai referendum di fusione, che viene portato dal 50% al 30% degli aventi diritto al voto, con ulteriore ribasso al 25% laddove vi sia un’alta percentuale di iscritti all’AIRE, potremo avviare una nuova stagione legata ai processi di fusione che si lega strettamente a quella razionalizzazione della governance capace di sostenere una visione nuova, aggiornata e ancora più efficiente del territorio regionale”.

Lo dice l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione Francesco Calzavara, commentando l’approvazione della legge su associazionismo e intese d’area che rappresenta il primo tassello per l’iter dedicato al Piano di Riordino Territoriale (PRT).

“Il referendum è il più importante istituto di democrazia diretta e abbassare il quorum non va a intaccare questo diritto, ma intende combattere un fisiologico astensionismo – precisa Calzavara -. Il 29 e il 30 ottobre celebreremo in Veneto ben 4 referendum consultivi su processi di fusione, una sorta di ‘fusion day’, in cui otto amministrazioni locali si confronteranno con i propri cittadini applicando il nuovo quorum di partecipazione”.

I comuni che andranno al voto l’ultimo weekend di ottobre sono Quero Vas e Alano di Piave in provincia di Belluno. E poi Polesella e Guarda Veneta; Gambugliano e Sovizzo; Carceri e Vighizzolo d’Este.

“Il Veneto, con i suoi 563 Comuni, è la terza regione per numero di Comuni, di cui 181 con meno di 3 mila abitanti e in uno scenario decennale, circa 130 Comuni veneti sotto i 10 mila abitanti avranno serie difficoltà a erogare servizi efficienti sul proprio territorio – spiega Calzavara -. Per tali Comuni l’Amministrazione regionale intende sollecitare una profonda riflessione sul tema al fine di individuare la dimensione media ottimale per continuare a garantire tutte le funzioni comunali. Questo potrà avvenire attraverso varie forme: le unioni di Comuni, le conferenze dei sindaci e i futuri ATS che vedranno la nascita entro l’anno”.

(Foto: Qdpnews.it).
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