“Hanno fatto chiudere chi ha rispettato le regole”: Zaia in disaccordo con l’ultimo Dpcm, ma la Regione ha le mani legate

Il nuovo provvedimento del governo non va, le cose non miglioreranno, parola di Luca Zaia: “Non ho mai fatto polemica con il governo, ma qual è la base di queste scelte?”. Con queste parole il governatore del Veneto nella conferenza di oggi, lunedì 26 ottobre, ha commentato il nuovo decreto ministeriale con valenza da oggi fino al prossimo 24 novembre.

Zaia ha dichiarato infatti di non aver compreso e di non approvare l’atteggiamento del governo né per quanto riguarda la chiusura delle attività alle 18, né per quanto riguarda il mondo della scuola.

I punti dell’ordinanza proposta dal Veneto, che Zaia definisce semplice e potenzialmente efficace sulla curva veneta, che prevede ad oggi l’1% di sintomatici, prevedeva l’insistenza nel bloccare gli assembramenti nelle piazze chiudendo le attività alle 24, rendere più severe le norme sui dpi e continuare la fase di testing, supportati dalla collaborazione dei medici di base per ridurre le code per i tamponi e tenere sotto controllo l’epidemia.

La discussione in videoconferenza tra i governatori e il governo è durata quasi cinque ore, ma le normative imposte non danno alcuna possibilità di manovra alle singole regioni. Zaia ha potuto scegliere invece sul tema della scuola, ma senza alcuna gradualità: la chiusura del mondo scolastico potrà avvenire soltanto al 75% o non avvenire affatto.

Il provvedimento, che provvederà a stringere le utenze a scuola e sui mezzi pubblici, è stato definito come necessario e quindi firmato, ma la Regione Veneto aveva proposto al governo il 50% di presenze. “Non ho alternativa” ha commentato, garantendo le lezioni in presenza per studenti con disabilità.

“Ho portato le ragioni di una comunità che vuole lavorare – dichiara il presidente -. Ristoranti e attività si sono adeguati in maniera ossequiosa, dopo aver avuto il coraggio di investire e di adeguarsi alle linee guida. È assurdo pensare che siano i ristoranti i responsabili dell’aumento dei contagi: anche i numeri lo confermano. Farli chiudere alle 18 potrebbe voler dire farli chiudere per sempre”.

Nel dpcm è presente anche una nota sui musei, che rimarranno aperti: il governatore ha dichiarato di ritenere questa manovra come una scelta politica, che va in contraddizione con le chiusure di tutte le altre attività, comprese le discipline sportive che non prevedono il contatto tra persone. “Chi ha rispettato le linee guida non lavorerà. Questo significa che le linee guida non servono a niente”.

Torna una norma già vista nei dpcm passati, inserita e difesa dalla Regione Veneto: per i lavoratori in trasferta, le mense nei ristoranti non avranno limiti di orario, quindi anche a cena e senza alcun pernottamento. L’accordo tra ristorante, azienda o lavoratore, però, dovrà essere opportunamente contrattualizzato.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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