I volti dell’Adunata: “Boce e veci” uniti sotto un’unica grande penna nera

Gli sguardi simili a quelli dei più piccoli mentre scartano i regali: perché alla fine per un alpino l’Adunata è come il Natale per un bambino. Ma anche occhi lucidi e carichi di gioia per amici ritrovati e compagni di naja rivisti dopo anni. 

Video di Simone Masetto

La sfilata vicentina si è conclusa a sera inoltrata a dimostrazione che erano veramente a migliaia gli Alpini che hanno voluto partecipare ai tre giorni dedicati alle penne nere, rendendo quella di ieri l’adunata del secolo. Abbattuti persino i numeri da record di un’altra edizione veneta, quella che si è tenuta in terra trevigiana prima del Covid. 

Tra i 90mila che hanno sfilato nelle vie della città del Palladio anche moltissimi giovani: spetterà a loro tramandare i valori dell’alpinità per fare in modo che la condivisione, il patriottismo e l’aiuto reciproco non vengano persi. Ma se c’è una parola che meglio delle altre rappresenta la 95ª Adunata dell’Associazione Nazionale Alpini è sicuramente “Pace“: molti gli striscioni che hanno sfilato chiedendo proprio la fine delle guerre che stanno terrorizzando il mondo intero. 

Tra gli ultimi a sfilare, quando il sole era ormai calato e la zona delle tribune illuminata a giorno dai fari, anche migliaia di Penne Nere arrivate dalla Marca. Gli alpini delle sezioni di Treviso, Vittorio Veneto, Conegliano, Valdobbiadene hanno faticato a nascondere l’orgoglio di un’adunata organizzata nella loro Regione e hanno ripagato l’accoglienza dei vicentini riempiendo strade e piazze e animandole con canti e feste. A sfilare assieme a loro, quasi come a volerli ringraziare per quanto fatto durante l’anno anche moltissimi sindaci e autorità regionali. “Gli alpini sono fondamentali – spiega una donna tra il pubblico – hanno sempre aiutato durante ogni difficoltà e sono certa che continueranno a farlo”. 

Ma ad ogni adunata torna pressante anche il tema della leva obbligatoria a detta di molti fondamentale soprattutto per contrastare il disagio giovanile sempre crescente in questo ultimo periodo: “La gente ha risposto in maniera commovente, stringendosi attorno alle penne nere. E questo ci conforta nel proseguire ad operare con immutato spirito di servizio per la comunità – ha spiegato il presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero – Per questo l’Ana sostiene da sempre l’istituzione di un servizio obbligatorio, anche di pochi mesi, per tutti i giovani, che possano così sviluppare senso civico, senso di appartenenza e sperimentino l’importanza della condivisione di intenti e di compiti a beneficio degli altri”.

Proprio su questo tema si sono espressi sia il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sia quello della Difesa Guido Crosetto: il primo ha detto che la Lega ha quasi concluso la stesura di un progetto di legge per reintrodurre una leva universale di 6 mesi per ragazzi e ragazze, a servizio della comunità; il secondo ha precisato che il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le Forze armate e che queste non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Ma non ha precluso la via ad un servizio moderno e condiviso non troppo diverso da quello immaginato dall’Ana”.

L’imponente sfilata di Vicenza, che si è sviluppata costantemente tra due ali di folla – persino aumentata verso il tardo pomeriggio – si è conclusa con la cerimonia del tradizionale “passaggio della stecca” tra le città di Vicenza e Biella, che ospiterà l’Adunata del 2025, la 96ª: davanti alla tribuna d’onore il presidente della Sezione di Vicenza Lino Marchiori ha consegnato la storica tavola di legno che riporta le targhette di tutte le Adunate, da quella del 1920 in Ortigara ad oggi, nelle mani del presidente della Sezione di Biella, Marco Fulcheri.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata)
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