Il “battesimo” di Achille Lauro a Sanremo fa discutere anche in Veneto. Donazzan: “Offensivo”. Condio: “Chi guarda deve avere la capacità di discernere”

L’ennesima provocazione del cantante Achille Lauro, che si è esibito nella prima serata del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, ha fatto molto discutere anche in Veneto.

Alla fine del suo brano “Domenica”, impreziosito dalle coriste dell’Harlem Gospel Choir, Lauro si è versato addosso dell’acqua mettendo in scena una specie di “auto-battesimo” che ha urtato la sensibilità di alcune comunità cristiane. Dure le parole del vescovo di Ventimiglia e Sanremo, monsignor Antonio Suetta, che ha definito “penosa” l’esibizione del cantante che “ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante”.

Nei social non si contano le reazioni e i commenti all’esibizione di Lauro, e in Veneto ad esporsi su questo argomento è l’assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Elena Donazzan, che non ha mai nascosto la sua fede cristiana. “Trovo assurdo ed estremamente offensivo il ‘Battesimo’ messo in scena da Achille Lauro sul palco dell’Ariston – commenta Donazzan nei social -, un insulto ai fedeli e alla Chiesa Cattolica che su questo Sacramento fonda l’iniziazione cristiana! Se non è credente perché deve offendere noi che crediamo? Un uomo che si serve di Dio per attirare l’attenzione… un poveretto!”.

“È vergognoso anche che il servizio pubblico (che è la Rai) dia spazio a certe scemenze – conclude – Rimpiango i tempi in cui al Festival di Sanremo si giudicava la migliore musica italiana, e non certi spettacoletti sacrileghi che ridicolizzano ed insultano la Fede cristiana: vergogna!”.

Nell’Alta Marca Trevigiana, invece, ad esporsi sul Festival di Sanremo sono il sindaco di Susegana Vincenza Scarpa e l’assessore di Cornuda Erica Condio.

Scarpa ha condiviso nei social il video dei Maneskin, in veste di super-ospiti del Festival di Sanremo, che nella prima serata hanno portato sul palco dell’Ariston le intense note di “Coraline”, il loro nuovo singolo.

Condio, grande appassionata di musica e fan della band cornudese dei Bengala Fire, si è dilettata a fare una pagella ironica e divertente, condivisa sulla sua pagina Facebook, con i voti per le canzoni dei cantanti in gara al Festival. Il suo giudizio a caldo su Lauro non è stato negativo: “Ma chi siamo noi per giudicare Lauro? – commenta – Lo stile di Gucci e la mano di Nick Cerioni si vedono come sempre ma ci mette il suo. Si diverte e poco importa della canzone. Basta che se ne parli. Lui va a prescindere #motuproprio”.

Rispetto alla polemica contro il “battesimo sacrilego” scoppiata il giorno dopo, invece, l’assessore di Cornuda vuole buttare acqua sul fuoco: “Non prendo nulla di quello che vedo a Sanremo troppo sul serio, lo prendo per quello che è: canzonette. La stessa cosa per Lauro: è una persona che ama far parlare di sé e le sue sono delle provocazioni anche un po’ ‘vecchiotte’. Da sempre artisti e cantanti, penso per esempio a Madonna in ‘Like a Prayer’ o a Loredana Bertè con il pancione finto, fanno queste cose”.

“Sono delle provocazioni che ormai non provocano neanche più – continua – perché chi guarda deve avere la capacità di discernere se c’è effettivamente una volontà di dissacrare quello che è un sacramento fondamentale come l’iniziazione cristiana, da quella che è semplicemente la volontà di diventare un personaggio. Io da cattolica e credente, personalmente, non l’ho vista in quell’ottica perché conosco un po’ le caratteristiche di Lauro performer, che in passato si era anche vestito da San Francesco”.

“Mia nonna diceva sempre ‘la moneta va spacciata per quello che vale’ – conclude – Quindi io guardo a Sanremo per quello che è: in questo Paese non va preso tutto troppo sul serio. Il problema dell’Italia è che le cose importanti, vedi le elezioni del capo dello Stato, non vengono prese sul serio, ma ci mettiamo a fare le crociate su Achille Lauro”.

(Foto: web).
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