L’annus horribilis delle partite Iva culmina con lo sciopero nazionale di mercoledì 10: si pretendono ristori e tutele

Indennizzi, tagli al carico fiscale e misure veloci e concrete: le richieste dei lavoratori autonomi che mercoledì 10 marzo si riuniranno in uno sciopero nazionale sono chiare e precise.

Le micro, piccole e medie imprese, gli autonomi e i cassintegrati rappresentano infatti una grande fetta della realtà lavorativa italiana e sono proprio loro ad aver subito le peggiori penalizzazioni dovute alle restrizioni per Covid.

Per le 4.6 milioni di partite Iva su suolo italiano sono stati previsti ristori spesso insufficienti o erogati con notevoli ritardi e ora intendono far sentire la loro voce.

Allo sciopero organizzato per le ore 10 aderiranno numerose associazioni nazionali e regionali per chiedere al Governo di agire in fretta e definitivamente.

Il manifesto dello sciopero generale chiede stop alle chiusure e via libera agli indennizzi per le attività colpite, che devono essere non inferiori al 75% compreso un equo fondo perduto per le nuove attività; un piano straordinario di stimolo alla crescita delle imprese e dell’economia, all’incremento occupazionale, agli investimenti, al recupero delle aziende emigrate; un drastico taglio del carico fiscale (detassazione totale utili reinvestiti, aliquota unica 10% sul reddito d’impresa prelevato dall’imprenditore aliquota massima 33% sulle ulteriori somme prelevate dall’imprenditore).

Poi condono fiscale e premialità per i virtuosi; liquidità immediata alle imprese e moratoria rating bancari; più tutele per il lavoro autonomo, e infine ammortizzatore sociale per le Partite Iva che sarà introdotto in via sperimentale fino al 2023, valido inizialmente solo per gli autonomi della gestione separata Inps.

 

(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto: web).
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