Le forme di educazione sono cambiate rispetto ad anni fa perché le richieste della società e delle famiglie non sono più quelle di un tempo.
La necessità di fare un investimento educativo a carattere qualitativo è in progressivo aumento, perché la società moderna ci presenta sempre nuovi scenari per i quali gli adulti devono essere più preparati ed efficienti; basti pensare alle aspettative che le famiglie ripongono legittimamente nella scuola, e da qui le logiche conseguenze nell’introduzione di nuovi paradigmi anche nella visione degli insegnanti, nella loro figura professionale e nella loro formazione. Di fronte alle frequenti richieste di professionalità educativa, le famiglie si affidano sempre di più a specialisti quali psicologi, logopedisti e pedagogisti.
La figura del pedagogista è parte integrante della nostra civiltà fin dalle sue radici più remote, e sta riemergendo in questi anni per la sua specifica competenza in ambito educativo.
Il suo compito consiste nel progettare, coordinare e intervenire con una valutazione pedagogica in tutti i contesti educativi, nei comparti socio-assistenziali, socio-educativi e socio-sanitari con l’obiettivo di studiare le modalità attraverso le quali l’essere umano, di qualsiasi età, può entrare in contatto con se stesso e con gli altri in un processo di formazione continua. Egli deve essere considerato come figura capace di facilitare il dialogo tra istituzioni sanitarie, scuola, famiglia e territorio.
Ci si può rivolgere ad un pedagogista nel caso in cui nei bambini e nei ragazzi insorgono problemi comportamentali o di tipo educativo, difficoltà legate all’apprendimento e difficoltà scolastiche, siano questi già diagnosticati oppure no. Alcune delle azioni tramite cui il pedagogista opera sono: la relazione di aiuto in situazioni di disagio, la consulenza educativa per minori e per famiglie e l’orientamento scolastico e professionale.
(Autore: Martina Callesella).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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