Da una serie di perplessità e osservazioni critiche per taluni importanti aspetti della gestione del Covid e del LC PASC, i cui effetti si notano tragicamente anche nella esplosione di fatti violenti collegati a disturbi mentali, l’avvocato penalista e docente di Criminologia Danilo Riponti non esenta dalla sua riflessione neppure i media.
La diatriba mediatica ha, secondo lui, causato dibattito acceso e scontri tra due verità, entrambe monolitiche e ferocemente contrapposte, tra Pro Vax e No Vax.
Non esistono invece verità acquisite, ma bisogna porsi di fronte alla gravità dei problemi con atteggiamento rispettoso della scienza e dei suoi sforzi di ricerca, come pure con opinioni, se correttamente manifestate e argomentate, che si pongono altri angoli di visuale.
“Per qualche motivo, forse per un desiderio di “esorcizzare ” un periodo tanto triste e drammatico per i cittadini e la società civile tutta, non si approfondisce adeguatamente il fenomeno del Long Covid – precisa l’avvocato – perché il messaggio che circola è che la pandemia – e le sue conseguenze – sono del tutto finite e che ne siamo definitivamente usciti”.
Ma fatti di devianza sociale e persino talvolta reati gravi sono aumentati significativamente a seguito di questi fatti, e secondo l’avvocato non bisogna far finta che il post Covid non esista, bisogna gestirlo con grande vigore di ricerca e presidio per la società, specie sotto il profilo del disagio psichico.
“Bisogna comunicarlo inoltre nella maniera giusta. Gli organi di stampa molto spesso hanno preso qua e là degli stralci di alcuni articoli scientifici, componendo una sorta di puzzle non scientificamente corretto, facendo emergere altre verità contrapposte – continua Riponti – mentre il long Covid non ha di per sé una lettura univoca neppure nella letteratura scientifica e quindi non c’è nessuno che ha dei dogmi di verità”.
La critica dell’avvocato è dunque rivolta verso coloro che hanno sancito “dei principi di verità. Popper dice che ogni principio scientifico è fatto per essere superato, anzi proprio questo presupposto è il fondamento della scientificità, ma questo durante il Covid non è successo in quanto tutti si sentivano ‘portavoce della verità’, pronti a litigi e scontri sociali per sostenerla in modo apodittico e duro, creando spaccature a tutti i livelli, personali, familiari e sociali. Questo fatto ha costituito e costituisce una conseguenza di rilevante gravità.
Inoltre, queste operazioni di inesatta comunicazione hanno pretestuosamente introdotto nozioni scientifiche in una società che spesso “non era preparata a cogliere con esattezza nozioni di questo tipo. Facendo apparire l’una o l’altra verità come contrapposte, si è creata una grande confusione e una crisi di fiducia verso i ricercatori”.
Per l’avvocato questi “scontri” tra verità hanno quindi creato dei problemi sociali tra chi ne sosteneva una o l’altra, basti pensare alle discussioni fortemente ostili tra No Vax e Pro Vax, e la società civile non ha ancora del tutto superato questa contrapposizione, ma dovrà farlo per recuperare un positivo equilibrio e dialogo.
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