La coalizione di centrodestra ha nettamente vinto le elezioni politiche di ieri domenica, ma al suo interno la Lega – che così bene figurò nel 2018 – deve ora guardare dal basso verso l’alto Fratelli d’Italia, che a livello nazionale ha ottenuto circa il triplo delle preferenze rispetto al partito di Matteo Salvini.
Il segretario federale della Lega è nel mirino di esponenti anche illustri del Carroccio. Molto attese erano le prime parole post voto da parte del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, arrivate oggi: “Il voto degli elettori va rispettato perché, come diceva Rousseau nel suo contratto sociale, ‘il popolo ti delega a rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega’. E’ innegabile come il risultato ottenuto dalla Lega sia assolutamente deludente, e non ci possiamo omologare a questo trovando semplici giustificazioni”.
Così si è espresso Zaia all’ANSA, aggiungendo che “è un momento delicato per la Lega – aggiunge – ed è bene affrontarlo con serietà perché è fondamentale capire fino in fondo quali aspetti hanno portato l’elettore a scegliere diversamente”. Zaia è tornato poi sul dossier politicamente più importante: “Ciò non toglie – afferma – che temi come l’autonomia restino per noi un caposaldo, sul quale non transigeremo minimamente nei rapporti con il prossimo Governo”.
Non ha usato mezzi termini, sulla propria pagina Facebook, l’europarlamentare vittoriese Gianantonio Da Re, per lunghi anni a capo della Lega trevigiana e poi anche veneta: “Questa disfatta ha un nome e cognome: Matteo Salvini. Dal Papeete in poi ha sbagliato tutto: ha nominato nelle segreterie delle persone che hanno solo ed esclusivamente salvaguardato il proprio sedere. Quindi, si dimetta! Passi la mano a Massimiliano Fedriga (presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ndr) e fissi in anticipo i congressi per la ricostruzione del partito” l'”ultimatum” di Da Re.
Dal Consiglio regionale veneto si alza anche la voce di Alberto Villanova, a capo dell’intergruppo Lega – Liga veneta: “Si riparte dal Veneto, non da altro. Soprattutto i nostri elettori ci hanno dato un segnale chiaro e forte, ed è il secondo dopo le amministrative di giugno, un segnale che purtroppo non era stato ascoltato. Sarebbe veramente da stolti non ascoltare anche questo”. Il partito deve, secondo quanto dichiarato da Villanova all’ANSA e poi condiviso su Instagram, “ripartire dalla base, dall’identità, dal nostro territorio. Siamo nati come un partito di territorio e dobbiamo tornare ad essere un partito che rappresenta questo territorio. I congressi adesso devono essere rapidissimi, non abbiamo tempo da perdere, la situazione è molto dura, servono subito”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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