L’intelligenza artificiale può portare all’estinzione?

Buongiorno e benvenuti, io sono Pierantonio Polloni www.dottorpolloni.it e sono uno psicologo corporeo e questa è psicologia pratica una rubrica che riflette sul proprio benessere personale e la realtà quotidiana. L’argomento di oggi è: “L’intelligenza Artificiale può portare all’estinzione?

Buongiorno a tutti, Oggi affronteremo una questione che sta diventando sempre più rilevante nella nostra società: l’intelligenza artificiale porterà all’estinzione? È una domanda complessa che richiede una riflessione attenta e una comprensione approfondita delle implicazioni dell’IA nella nostra vita quotidiana e nel nostro futuro. Prima di tutto, è importante riconoscere il potenziale straordinario dell’intelligenza artificiale nel migliorare le nostre vite. Dall’assistenza sanitaria all’automazione industriale, l’IA ha il potenziale per aumentare l’efficienza, migliorare la precisione e liberare tempo per le attività più significative. Dunque se l’IA è in grado anche, di fare diagnosi evolute con grande anticipazione grazie all’incrocio di milioni di dati, come accade che essa impatti psicologicamente con ansia, paura e spesso rifiuto,  in coloro che ne sentono parlare per la prima volta? Vi faccio un esempio: se non vi fossero state la prima e la seconda guerra mondiale, si potrebbe temere la terza? Siete consapevoli che il nostro cervello non è capace di distinguere tra un evento reale e uno immaginario e se la nostra immaginazione si fossilizzasse su contenuti spiacevoli ci capiterebbe di sperimentare costantemente solo tensioni mentali e fisiche? Allo stesso modo sappiate che è vero anche il contrario e per questo le tecniche di yoga e di mindfulness sono così in voga, tuttavia tratterò nello specifico queste discipline nei prossimi video.  La paura che l’IA possa portare all’estinzione umana è alimentata da rappresentazioni distopiche, romanzi di fantascienza, cultura pop, letteratura che negli anni hanno alimentato tutta una serie di rappresentazioni interne in ognuno di noi. Di quelli in ascolto, chi ha visitato New York per la prima volta, si sarà reso conto che la città gli è famigliare poichè le ambientazioni di film iconici hanno permesso a chiunque di scoprirla ben prima di metterci piede. Gli appassionati di fantascienza ricorderanno il classico “La guerra dei mondi” di Herbert Wells del 1898 che descrive una invasione aliena iniziando fortemente ad influenzare le rappresentazioni di una minaccia esterna che mette a  rischio l’umanità. 1984 William Gibson da alla luce Neuromante uno dei capolavori della cultura Cyberpunk che esplora un futuro distopico dominato dalla tecnologia avanzata con l’umanità minacciata dalla manipolazione delle intelligenze artificiali. Lo stesso anno nei cinema esce Blade Runner adattamento del romanzo Il Cacciatore di androidi di Philip Dick del 1968. Gli anni ottanta sono caratterizzati anche dalla cultura del super uomo e dell’ultra uomo come terminator, robocop ed alla fine degli anni 90 arriva il capolavoro per eccellenza:The Matrix. 

Matrix allora come Dune di Villeneuve oggi rappresentano due futuri assai angoscianti e spaventosi. In Matrix gli uomini sono ridotti a batterie, generatori di energia per il funzionamento delle macchine. Dune invece si colloca circa 24.000 anni nel futuro dopo che ogni intelligenza artificiale è stata bandita ed esclusa. 

Temporalmente in mezzo a queste due rappresentazioni ci siamo proprio noi oggi, 2024, con l’avanzata tecnologica e mediatica degli sviluppatori di modelli generativi di AI. La psicologia personale, come avrete di certo inteso, non può dunque prescindere da 40 anni di cultura che attira, entusiasma e fa leva sul cataclisma delle macchine che prendono il sopravvento sull’uomo. Ricordate inoltre che questo genere vive parallelamente ad una teoria mistico-religiosa senza la quale non può essere. Il dualismo tra ciò che è sacro ed il potere funge da motore immobile per queste rappresentazioni. Il sacro è rappresentato dal valore della libertà, dell’uguaglianza del rispetto mentre il potere è rappresentato dallo spettro della intelligenza artificiale. Se un giorno succedesse che questa intelligenza, fosse in grado di ribellarsi e muovere arsenali o armi, chi potrebbe fermarla? Questa è una domanda psicologica, perché presuppone una emozione molto potente che è la paura. La paura che i valori imprescindibili che ho citato prima, la libertà, il rispetto, l’uguaglianza di opportunità, che rappresentano davvero il sacrum della vita umana, vengano messi a repentaglio in modo irreversibile.

Il destino plumbeo, che la psicologia di ogni persona teme, non coscientemente io credo, è che il sacro perda la battaglia con la tecnica e che i valori per cui la vita è spumeggiante possano venir sostituiti dalla ripetizione e dalla omologazione. 

In conclusione, l’intelligenza artificiale non porterà all’estinzione umana e diverrà uno strumento il cui uso potrà essere buono oppure non buono a seconda delle scelte che noi uomini faremo.

Molto bene per oggi abbiamo concluso, ci vediamo al prossimo appuntamento, ciao!

(Foto e video: Dottor Pierantonio Polloni psicologo corporeo).
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