Alla vigilia del primo anniversario della tragica morte del campione di ciclismo Davide Rebellin (in foto), travolto e ucciso ad appena 51 anni da un tir “pirata” il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino mentre si stava allenando con la sua bici da corsa, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza Nicolò Gianesini, accogliendo la richiesta formulata dal Pubblico Ministero della Procura berica Hans Roderich Blattner a conclusione delle indagini preliminari, con decreto di oggi giovedì ha disposto il giudizio immediato per il camionista tedesco che lo avrebbe investito dandosi poi alla fuga, un 63enne attualmente detenuto nel carcere vicentino e che dovrà comparire il prossimo 24 novembre davanti al giudice monocratico Giulia Poi del Tribunale di Vicenza.
L’imputato deve rispondere del reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga perché, alla guida dell’articolato Volvo con rimorchio di proprietà della società di spedizioni tedesca del fratello, secondo il capo d’imputazione della Procura, “mentre percorreva la Strada Provinciale 11, all’altezza della località Fracanzana numero 6, nell’impegnare la rotatoria e voltare a destra al secondo ramo d’uscita per immettersi nell’area di parcheggio della trattoria “La Padana”, in violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, non assicurandosi di poter effettuare la manovra senza creare pericolo, omettendo ogni attività comportamentale di perizia, prudenza e diligenza volta al monitoraggio dell’area di intersezione e non utilizzando il sistema di segnalazione luminoso dell’indicatore di direzione destro, investiva, travolgendolo completamente – e cagionandone la morte per un gravissimo politrauma da schiacciamento e gravissime lesioni viscerali ed emorragiche – Davide Rebellin il quale, in sella a una bicicletta da corsa, proveniva dalla sua destra e si trovava davanti alla cabina del mezzo investitore per un tempo e a una distanza ampiamente sufficiente per poter essere visto ed evitato”.
Il Pm ha dettagliato le presunte violazioni al Codice della Strada commesse e contestate all’autotrasportatore, sostenendo in particolare che “dopo aver investito il ciclista, (il 63enne tedesco ndr) si fermava nell’area di pertinenza della trattoria e, dopo essere sceso dal mezzo e dopo aver constatato visivamente in distinte occasioni di averlo travolto lasciandolo a terra privo di vita, dopo essersi avvicinato a piedi al corpo, si allontanava repentinamente, sempre a bordo dell’autoarticolato, omettendo di prestare soccorso e dandosi così alla fuga facendo perdere le proprie tracce”.
La moglie, la mamma e i tre fratelli di Rebellin, per essere assistiti si sono affidati a Studio3A – Valore S.p.A., società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e all’avvocato Davide Picco del Foro di Vicenza.
(Foto: Studio 3A).
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