Nuovo aggiornamento sull’emergenza Coronavirus in Veneto: 506.734 tamponi (10 mila più di ieri), 18.939 positivi (13 in più di ieri), 3.979 persone in isolamento (da ieri sono uscite 217 persone dall’isolamento), 601 ricoverati (17 in meno di ieri), 50 terapie intensive (22 positivi e 28 negativi), 3.179 dimessi (18 in più di ieri), 1.316 morti in ospedale (4 morti in più di ieri e 1.792 morti in totale) mentre i nati nelle ultime 24 ore sono 81.
Questa mattina, domenica 17 maggio, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto mettere a confronto i dati delle terapie intensive di domenica 3 maggio 2020 (99) con quelle di oggi (50): il modello matematico non ha sbagliato e le terapie intensive sono praticamente dimezzate.
Per quanto riguarda i ricoverati, invece, il dato del 3 maggio parla di 1.056 persone, mentre quello di oggi è di 601 unità.
“I dati sono buoni e ci permettono di fare dei ragionamenti sul perchè non abbiamo avuto incrementi di terapie intensive – ha spiegato il governatore Zaia -. È altrettanto vero che, se da qui al 2 giugno ci saranno incrementi di focolai, è inevitabile che dovremo tornare indietro e ripensare alla partita delle ordinanze. Il Governo ha fatto un decreto-legge al quale poi, per dare compimento all’operazione giuridica, si deve sommare un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm)”.
“Ieri vi ho detto che avevamo già le linee guida e ci siamo mossi in tempi non sospetti – aggiunge -. Abbiamo fatto un percorso per evitare che le istruzioni per l’apertura fossero le linee guida Inail. Abbiamo fatto un incontro positivo con il Governo venerdì, che si è concretizzato con un accordo: passare direttamente a riconoscere le linee guida delle Regioni per ogni categoria. Il Governo si era impegnato a recepire nel dpcm, in maniera limpida e trasparente, il fatto che si sarebbe aperto con le linee guida delle Regioni. Abbiamo visto una bozza di dpcm, alla quale noi dovevamo dare l’intesa come prevede la legge, il dibattito si è alimentato e ieri in tarda serata si è deciso di incontrare il Presidente del Consiglio che si è presentato verso l’una di notte”.
“Nella discussione – conclude Zaia – noi abbiamo portato le nostre ragioni e alle 3 si è chiuso con un lodo: le linee guida verranno recepite nel dpcm in maniera molto evidente e verranno allegate al dpcm, cosa che non c’era prima (il 15 di giugno ci sarà l’apertura di teatri, cinema, discoteche, parchi divertimento e quant’altro). Oggi noi dobbiamo attendere il dpcm definitivo e ora passiamo la responsabilità dal centro di cura e dall’ospedale all’individuo: se ognuno di noi dovesse fallire, la responsabilità ripassa all’ospedale (i numeri torneranno a salire). Ho scritto l’ordinanza e manca solo la mia firma”.
Nell’ordinanza i dispositivi di protezione individuale sono obbligatori fuori dall’abitazione e la multa va da 400 euro a 3 mila euro per chi non li porta (l’esenzione è per chi fa attività fisica intensa, per i minori di sei anni e per le persone che hanno disabilità o che hanno comprovati motivi per non portarla).
Gli spostamenti si potranno fare sempre all’interno del territorio regionale e il tema del limite degli spostamenti tra Regioni decadrà, secondo il dpcm, dal 3 di giugno. Nell’ordinanza della Regione Veneto c’è la possibilità di accordi dei Presidenti di Regione, con comunicazione degli accordi ai prefetti, per la visita a congiunti in Province contermini di diverse Regioni.
Da lunedì cosa potrà aprire? Apriranno le realtà di somministrazione e vendita di bevande e alimenti (bar, ristoranti, pizzerie, agriturismi), gli stabilimenti balneari, le strutture ricettive, i rifugi alpini, i campeggi, i servizi alla persona (parrucchiere, barbieri ed estetiste con esclusione dei tatuatori, dei trattamenti con bagno turco, delle saune e delle attività termali), il commercio al dettaglio senza nessuna esclusione di categoria merceologica e il commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati, mercatini degli hobbisti e ambulanti).
Inoltre apriranno tutti gli esercizi di servizio, anche professionale, comprese le agenzie di commercio e immobiliari, quelli di istruzione non scolastica e professionale (comprese le lezioni di pratica sportiva), le autoscuole, le attività di produzione teatrale (teatri aperti senza pubblico per le prove), le piscine pubbliche e private, le palestre di soggetti pubblici o privati per pratica di attività fisica anche con modalità a corsi (non è previsto il contatto fisico interpersonale), tutti gli impianti sportivi all’aperto con strutture al chiuso per servizi comuni come spogliatoi, la manutenzione del verde, i musei, gli archivi e le biblioteche, i parchi zoologici e le riserve naturali, i giardini botanici e gli impianti a fune (seggiovie).
Sono sospese le attività dei centri termali (fatta eccezione per l’erogazione di prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), i centri culturali e i centri sociali, le sale gioco, le sale scommesse, le sale bingo, le discoteche e i locali assimilati.
La Regione Veneto chiede ai Comuni di essere disponibili ad ampliare, se necessario, l’orario di lavoro degli esercizi commerciali (poter lavorare 7 giorni, invece che 6 anche per evitare gli assembramenti).
È ammessa la ripresa dell’esperienza di tirocinio curricolare all’interno delle aziende ed è consentito agli enti pubblici, anche territoriali e locali, e ai soggetti privati che erogano attività formative la prestazione di attività formative non altrimenti esercitabili a distanza (si torna a fare formazione). Le funzioni religiose sono svolte nel rispetto dei protocolli.
L’efficacia temporale è fino al 2 giugno e i soldi delle multe andranno al conto per l’emergenza Covid-19.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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