Nellie Bly e quel giro del mondo concluso il 25 gennaio 1890. Si finse pazza per descrivere l’oscurità dei manicomi

Nellie Bly 

Il 25 gennaio 1890 si concludeva un’avventura che fece parlare: Nellie Bly (1864-1922), pseudonimo per Elizabeth Jane Cochran, fu una giornalista statunitense che concluse il giro del mondo proprio in quella data.  

Un efficace esempio di emancipazione femminile, il suo, considerato che fu la prima donna a viaggiare attorno al mondo da sola, senza essere accompagnata dagli uomini. Una stranezza, considerati gli standard dell’epoca.

Un’impresa che decise di intraprendere dopo aver letto il celebre romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni” scritto da Jules Verne, una lettura che l’aveva estremamente affascinata.

Per questo riuscì a convincere Joseph Pulitzer (lo stesso che da cui deriva il nome del prestigioso riconoscimento giornalistico), l’editore per cui lavorava, a finanziare il viaggio, con l’impegno di concluderlo in un tempo minore rispetto agli 80 giorni raccontati nel romanzo di Verne.

Scrittore, quest’ultimo, che durante quell’impresa riuscì a incontrare e a intervistare.

Fu così che partì il 14 novembre 1889 da Hoboken (New Jersey), con l’intento di percorrere 40 mila chilometri: ogni giorno i suoi articoli e resoconti vennero pubblicati sul “New York World”, suscitando una certa curiosità di pubblico, tanto che Pulitzer organizzò una lotteria per indovinare l’attimo in cui la donna avrebbe rimesso piede a New York. A quella lotteria partecipò un milione di persone.

L’impresa si concluse il 25 gennaio 1890, in 72 giorni, 6 ore e 11 minuti.

Questa figura macinò però un altro primato di rilievo: fu la creatrice del giornalismo sotto copertura, tanto che decise di inscenare dei disturbi mentali, in maniera tale da riuscire a farsi ricoverare al manicomio femminile di Blackwell’s Island.

La sua fu la prima vera inchiesta giornalistica sugli istituti psichiatrici, descritti come dei luoghi di reclusione e non di cura, dove finivano anche donne rifiutate dalla società e dalle famiglie.

Dopo 10 giorni di ricovero, grazie all’intervento del giornale per cui lavorava, venne dimessa e la sua inchiesta pubblicata, destando scalpore, tanto che furono presi dei provvedimenti e aumentate le sovvenzioni per migliorare le condizioni delle pazienti.

Da quella volta si diffuse la modalità del giornalismo in incognito, facendo diventare Nellie Bly un autentico punto di riferimento per coloro che intendevano avvicinarsi alla professione giornalistica.

Una parabola professionale, la sua, che la portò a diventare la prima corrispondente donna di guerra, durante il Primo conflitto mondiale,e un autentico modello di emancipazione femminile.

(Foto: Wikipedia).
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