Nuovo episodio di radicalismo, la Federazione Islamica del Veneto: “Il cittadino espulso non ci rappresenta”

Ait Alla Lhoussaine, presidente della Federazione islamica del Veneto

“Vi prego di non generalizzare, Montebelluna ha investito molto sul dialogo tra fedi e culture”: queste le parole scelte da Ait Alla Lhoussaine, presidente della Federazione regionale Islamica del Veneto, per commentare l’espulsione dall’Italia di un cittadino marocchino per motivi di sicurezza dello Stato.

Lhoussaine vorrebbe evitare la partenza di una nuova “campagna anti-islamica” per colpa del comportamento di una persona che, come tiene a sottolineare il presidente della Federazione, “non ha nulla a che vedere con l’Islam”.

A suo parere, la vicenda di Montebelluna mostra invece degli aspetti positivi, visto che il nordafricano che aveva mostrato atteggiamenti di intolleranza nei confronti di simboli cristiani, oltre al proposito di commettere azioni offensive, è stato segnalato proprio da un membro di un’associazione musulmana locale (Attawasol).

Il Centro culturale islamico di Montebelluna

“In questa storia – commenta Lhoussaine -, la comunità musulmana di Montebelluna ha dimostrato non solo di essere integrata e collaborativa, ma soprattutto di aver lavorato con impegno per prevenire l’integralismo religioso e la violenza in generale. Per questo, mi auguro con tutto il cuore che non si punti il dito sui fedeli dell’Islam in modo indiscriminato. Abbiamo da poco concluso la Giornata del Dialogo-Islamo Cristiano e tra le città che hanno ospitato i vari incontri è stata scelta proprio Montebelluna”.

“In quella speciale occasione – continua -, grazie alla collaborazione del parroco monsignor Antonio Genovese, del Consorzio del Bosco Montello e dei volontari di Fare Natura Onlus, abbiamo fatto piantare un albero a un musulmano e a un cristiano insieme, come segno di pace. Un gesto bellissimo che ha emozionato tutti i presenti e le numerose autorità che hanno deciso di condividere con noi questa bella pagina di civiltà e di apertura al confronto e al dialogo”.

“Questo grande passo in avanti della comunità montebellunese – conclude – non deve essere inficiato dal comportamento di una persona che, ci tengo a sottolinearlo con forza, non c’entra nulla con l’Islam. Ci sono tante comunità musulmane, lo dimostra il caso di Montebelluna, che hanno investito tempo e risorse sulla formazione dei propri membri e sulla sensibilizzazione contro il radicalismo. Perché questi aspetti non fanno notizia, mentre gli errori dei singoli si trasformano in ‘dardi infernali‘ che trafiggono tutto il lavoro fatto per l’integrazione e per la convivenza pacifica tra fedi e culture diverse in Veneto?”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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