Oggi è venerdì 17, secondo la superstizione il giorno più sfortunato dell’anno: le origini di questa credenza

Oggi, venerdì 17 maggio, per i superstiziosi è il giorno più infausto dell’anno, durante il quale è possibile aspettarsi qualche segnale di sfortuna: c’è chi sostiene che un possibile amuleto contro la malasorte possa essere rappresentato da una monetina da 2 centesimi, da tenere all’interno del portafoglio e da non spendere per tutta la giornata.

Sono diverse le azioni che, specialmente in questa giornata, non sono da commettere, a detta dei superstiziosi, perché tradizionalmente ritenute portatrici di sventura: non passare sotto le scale, non incrociare le posate sulla tavola, non spazzare il pavimento dopo l’ora del tramonto, non afferrare i cucchiai con la mano sinistra, evitare il colore viola, considerato una tonalità non fortunata. Se cadono le forbici a terra, prima di raccoglierle bisogna calpestarle con il piede e non bisogna appoggiare le grucce sul letto o scendere dal letto dalla parte sinistra.

Oltre a ciò, se si indossa un cappello poi non deve essere poggiato sul proprio letto o su quello di una persona cara, in quanto il gesto richiama quello compiuto dal medico e dal prete in passato, quando si recavano ad assistere un malato molto grave e in fin di vita. 

Non bisogna inoltre rompere gli specchi: nell’antica Grecia era usanza credere che proprio da uno specchio fosse possibile vedere il destino di una persona, quindi una sua immagine distorta non era di buon auspicio.

Da evidenziare, inoltre, che nel reticolo autostradale italiano tutt’oggi manca il tratto A17. Perchè? Nel 1969 fu inaugurata la A17, che collegava Napoli e Bari: il tratto venne utilizzato fino all’apertura nel 1973 del percorso Lanciano-Canosa della A14, denominazione estesa alla tratta Canosa-Bari della stessa A17. 

Successivamente, il tratto rimanente della A17 tra Napoli e Canosa venne rinumerato in A16 perché, considerato l’elevato livello di sinistri sul tracciato, si decise di evitare il riferimento al numero 17, portatore di cattiva sorte. La A16 che univa Roma a Civitavecchia divenne la A12 e da allora nessun tronco autostradale assunse più la denominazione “A17”.

C’è chi poi, per una questione di precisione, ritiene che il giorno più sfortunato di tutti sia venerdì 17 novembre, in quanto si tratta del mese in cui si celebra la festa dei morti.

Anche la smorfia napoletana (il dizionario dei numeri del lotto) attribuisce la sfortuna al numero 17, perché considerato un numero legato alla disgrazia.

Diverse ipotesi sull’origine della superstizione del “venerdì 17”

La superstizione del “venerdì 17” affonda le proprie origini nell’antichità, ma ci sono diverse versioni: nella lingua degli antichi romani il numero 17 si scrive “XVII”, che anagrammato diventa “VIXI”, ovvero “Vissi”, inteso come “La mia vita è finita”.

Una seconda ipotesi riguarda una delle più gravi sconfitte dell’Impero romano: in occasione della battaglia nella foresta di Teutoburgo contro i Germani (9 d.C.), tre intere legioni di romani vennero annientate. Si trattava delle legioni numero XVII, XVIII, XIX (17, 18, 19): da allora questi numeri non vennero più utilizzati per indicare una legione romana.

La superstizione ha però anche origine biblica, in quanto la Genesi indica il giorno 17 del secondo mese come data di inizio per il diluvio universale. La combinazione del 17 con il venerdì è da attribuire al fatto che Gesù morì di venerdì.

Nell’antica Grecia il numero 17 veniva disprezzato, perché collocato tra il 16 e il 18, entrambi considerati dei numeri puri.

Non per tutti, però, il 17 rappresenta un numero funesto: la Cabala, infatti, attribuisce a questo numero una funzione benefica, poiché nasce dalla somma numerica delle lettere ebraiche têt (9) + waw (6) + bêth (2). Queste, una volta lette, creano la parola “tôv”, che vuol dire “buono, bene”.

La superstizione negli altri Paesi del mondo

Non in tutti i Paesi del mondo viene attribuita la cattiva sorte al numero 17 e al “venerdì 17”: negli Stati Uniti, in Finlandia e Regno Unito, ad esempio, a portare sfortuna è il numero 13. Quindi la superstizione è più sentita il venerdì 13.

Questo perché proprio il 13, si trova dopo il numero 12, ritenuto un simbolo di perfezione. Per questo, sono 12 i segni zodiacali, 12 gli dei dell’Olimpo, 12 gli apostoli, 12 i mesi dell’anno e via dicendo.

Nel mondo spagnolo e latinoamericano, invece, il giorno ritenuto funesto è il martedì 13, perché il martedì nell’antichità romana era legato a Marte, dio della guerra, e quindi considerato un giorno sfortunato.

Ma da dove nasce questa superstizione? La mitologia scandinava associava quel numero al Dio Loki, colpevole di essersi comportato in maniera crudele con gli uomini.

Oltre a ciò, il riferimento riguarda il 13esimo apostolo, ovvero Giuda il traditore, mentre nell’antichità si narrava che Filippo II, re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, fosse stato ucciso da una guardia del corpo, dopo aver fatto mettere una sua statua accanto a quella delle 12 divinità dell’Olimpo.

Secondo l’astrologia assiro-babilonese, inoltre, il 12 era un numero sacro, perché facilmente divisibile, mentre il 13 era considerato un numero sfortunato.

Ancora oggi i segni della superstizione si notano ad esempio nell’usanza di molti alberghi di non indicare il 13esimo piano e la stanza numero 13, per evitare il riferimento al numero dei commensali presenti all’Ultima cena.

Tutti segnali che, nonostante le diverse leggende e abitudini nel mondo, continua a esserci un occhio di riguardo verso la superstizione.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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