“Operazione anti-assembramento” anche in Veneto: domani la nuova ordinanza. Speranza per l’autodiagnosi

Non si ferma la “fase di turbolenza” per la Regione Veneto che continua ad aprire nuovi reparti Covid negli ospedali: ci sono quasi 8 mila ricoverati non Covid in Veneto (7.952) e quasi 1.800 ricoverati Covid (1.773).

Mediamente i malati Covid restano in ospedale per poco tempo, il turnover dei letti è alto e la Provincia di Verona è quella più in difficoltà sotto questo punto di vista.

Il governatore Zaia, sottolineando che il fronte dei negazionisti sembra essersi assottigliato negli ultimi giorni, ha spiegato ancora una volta come il Covid non sia una semplice influenza.

Rispetto al tema dei vaccini si parla di 56 milioni di dosi destinate all’Italia e il Veneto è pronto ad organizzare una somministrazione molto rapida per una nuova lotta al virus.

Il presidente della Regione Veneto ha parlato anche dell’incontro con i sindaci delle città capoluogo per affrontare il tema della prossima “operazione anti-assembramento”.

“Non è vero che noi abbiamo avuto richiami o segnalazioni dall’Istituto Superiore di Sanità – ha affermato il governatore Zaia – Noi purtroppo abbiamo la colpa di fare tanti tamponi rapidi ma ne facciamo tanti anche di molecolari”.

Il presidente ha specificato che il passaggio all’eventuale “zona rossa” dipenderà esclusivamente dal comportamento dei cittadini, a partire dal corretto uso della mascherina.

Domani Zaia presenterà una nuova ordinanza che parlerà di assembramenti e della necessità di dare delle regole a chi continua ad essere superficiale rispetto al problema del distanziamento sociale necessario per evitare la diffusione del virus.

“Ho sentito il presidente Conte che ha dichiarato in un’intervista che ci vuole la clausola di supremazia nazionale – ha aggiunto il governatore – Scusatemi, ma come si fa a chiederla quando dal 21 febbraio ad oggi tutto quello che hai proposto ti è stato approvato dalle Regioni? A me sembra che le Regioni siano sempre state a fianco del governo in tutti i provvedimenti. Lo abbiamo fatto per un fatto di leale collaborazione”.

Per Zaia, che ha evidenziato come l’Italia sia uno Stato centralista e non federalista come la Germania, la clausola di supremazia nazionale non ha senso anche rispetto al comportamento collaborativo delle Regioni.

Ai cittadini del Veneto il governatore ha chiesto coraggio e determinazione, cercando di evitare le zone a rischio assembramenti.

Inoltre, l’auspicio è che si torni allo “spirito di marzo” dove, utilizzando le parole del presidente Zaia, “sapevamo senza scrivere cosa dovevamo fare, sapevamo senza leggerlo cosa dovevamo fare”.

Continuano le cure domiciliari grazie alla collaborazione con i medici di base e sul fronte dei test il Veneto spera che la sperimentazione del dottor Rigoli permetta di arrivare presto all’autodiagnosi, al “fai da te”: questo rappresenterebbe una vera rivoluzione per chi ha visto sconvolta la propria vita dall’inizio dell’emergenza epidemiologica.

Questi i dati di oggi, mercoledì 11 novembre 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 2.494.150 tamponi molecolari, 492.456 tamponi rapidi, 87.337 positivi dall’inizio dell’emergenza (3.082 positivi in più nelle ultime 24 ore), 17.681 persone in isolamento, 52.235 positivi in questo momento, 1.773 ricoverati in area non critica (77 in più di ieri), 216 terapie intensive (6 in più di ieri), 2.689 morti in totale (46 persone in più nelle ultime 24 ore) e 5.336 dimessi.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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