Cresce anche in Veneto la pressione ospedaliera legata a questa nuova fase dell’emergenza Covid.
In altre Regioni italiane la pressione ospedaliera è molto forte e nella giornata di oggi il presidente Luca Zaia ha ricordato che le nuove restrizioni, che portano ad ulteriori sacrifici per le famiglie venete, peseranno molto sulle aziende che oggi saranno costrette a chiudere o che non hanno mai potuto riaprire.
“La zona rossa arriva in virtù di una legge nazionale, non di una scelta regionale – ha spiegato Zaia -, ispirata, come parametri, dal Comitato tecnico scientifico: cioè da quelli che sono ritenuti i migliori luminari a livello nazionale che guardano le curve di contagio e ne definiscono i parametri. C’è qualcuno che può dire: ‘non siamo andati in zona rossa a dicembre e avevamo pressione ospedaliera’. C’è un piccolo particolare: c’è stato un grande dibattito in quel periodo che ha prodotto la modificazione dei parametri”.
I parametri fissati dalla legge in quel periodo, infatti, non prevedevano il passaggio in zona rossa in determinate situazioni mentre ora il passaggio avviene con il superamento dei 250 positivi a settimana ogni 100 mila abitanti o con Rt a 1,25.
Zaia, spiegando che al momento la legge prevede che la zona rossa duri due settimane, spera che il colore rosso per il Veneto non si protragga per più tempo.
Rispetto alla chiusura delle scuole, il governatore ha ribadito che la decisione non è stata presa dalla sua Regione.
“Io ho sempre sostenuto che le scuole dovessero essere oggetto di verifica – ha affermato – Tant’è vero che quando abbiamo potuto decidere con discrezionalità, abbiamo chiuso le scuole, ma superiori. E quando abbiamo potuto avere discrezionalità, ovvero la scorsa settimana con la zona arancione, vi ricordo che lì decideva il Veneto: abbiamo chiuso le scuole dalla seconda media in su proprio per evitare disagi alle famiglie. Noi abbiamo sempre avuto chiaro il tema che elementari, prima media, asilo, 0-6 e nido fossero un problema”.
In zona rossa, nel rispetto della legge vigente, scatta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, decisione che ha provocato manifestazioni di protesta e molte criticità per diverse famiglie venete.
Zaia ha spiegato che la scuola dipende dal Ministero della Pubblica Istruzione e gli uffici scolastici regionali non possono riaprire le scuole, a prescindere da qualsiasi volontà.
Dopo il lockdown di marzo, purtroppo, questo è il primo momento in cui tutte le scuole del Veneto passano alla didattica a distanza, anche le scuole dell’infanzia e il nido.
Il governatore ha ribadito che se nell’ultima legge del governo c’è il tema del congedo parentale è proprio perché la Regione si è battuta perché potesse essere inserito.
Rispetto al tema dei sostegni, invece, si parla di cifre importanti perché le aziende hanno bisogno di aiuti concreti per andare avanti.
“Siamo davanti a uno scenario di guerra dove il virus ha picchiato e sta picchiando – ha affermato Zaia – Se dovessimo fare il ‘liberi tutti’, che a me piacerebbe come concetto, dobbiamo mettere in inventario che oltre ad un certo limite non riusciremo più a curare chi si ammala. E non è vero che gli ospedali si riempiono perché a casa non si cura nessuno. Il vero tema oggi è quello del rischio della saturazione dei posti in ospedale, che non colpisce solo il paziente Covid ma anche gli altri pazienti”.
“La Procura di Biella ha inviato i Nas e ha bloccato un ulteriore lotto di AstraZeneca che è quello del Piemonte di ieri – ha aggiunto Zaia – Ho parlato con il ministro Speranza, ovviamente non riguarda solo noi ma tutta Italia. Capite che è un altro duro colpo perché in via precauzionale, per evitare che qualcuno finisca in ospedale perché non è stato vaccinato, bisogna fare veloci. Se il vaccino è concausa o causa della morte o non c’entra niente bisogna chiarirlo velocemente. C’è paura nelle vaccinazioni”.
In ogni caso, al momento la comunità scientifica rassicura le persone sulla sicurezza del vaccino anche se l’impatto di questa notizia sulla campagna vaccinale sarà molto pesante.
Questi i dati di oggi, lunedì 15 marzo 2021, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 4.189.980 tamponi molecolari, 3.434.402 tamponi rapidi, 11.733 tamponi nelle ultime 24 ore, 841 positivi intercettati nelle ultime 24 ore, 355.155 positivi intercettati in Veneto dall’inizio dell’emergenza sanitaria, 35.324 positivi in questo momento, 1.614 ricoverati di cui 202 terapie intensive (sei in più di ieri) e 1.412 ricoverati in area non critica (35 in più di ieri), 283 pazienti non Covid in terapia intensiva, 10.116 morti in totale (10 morti in più di ieri) e 16.821 dimessi.
La percentuale dei positivi al Covid sui tamponi effettuati è del 7,17%.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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