Da Venezia a Baku e ritorno sulla Via della Seta nei giorni in cui le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che hanno ispirato le tele del Cima da Conegliano ed i versi di Andrea Zanzotto, proprio nella capitale dell’Azerbaijan sono entrate a far parte del Patrimonio dell’umanità.
Qdpnews.it racconta un viaggio breve ma emozionante, durato quattro giorni nella città dei venti o delle contraddizioni, su quella parte del Caucaso che si affaccia sul Mar Caspio, dove vive il fiero popolo degli azeri.
Dove nei secoli sono passati eserciti, carovane mercantili e viaggiatori di ogni genere; dove oggi transitano il petrolio e il gas, nei vari oleodotti che collegano i paesi produttori con quelli consumatori delle grandi e straordinarie ricchezze di questa zona e del suo mare, ricchezze che hanno creato e continuano a creare grandi appetiti.
Basti ricordare che Hitler nella sua campagna di Russia li aveva messi come obiettivi primari, tanto che si narra che nel 1942, il 20 aprile sulla torta di compleanno del dittatore, ci fosse scritto il nome di Baku, come auspicio per una conquista militare vitale che poi si trasformò in un fatale fallimento.
Tornando al viaggio, dopo uno scalo nel nuovo ed ultramoderno aeroporto di Istanbul, progettato e costruito per diventare, quando sarà a pieno regime, il più grande aeroporto del Mondo, l’arrivo a Baku.
I primi giorni nell’affascinante città azera sono stati dedicati alla candidatura delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio dell’umanità Unesco.
Prima il viaggio insieme alla commissione scientifica che ha curato il dossier vincente, poi la “la notte prima degli esami” con il governatore del Veneto Luca Zaia, arrivato a Baku alcuni giorni prima dell’evento per incontrare il presidente della Repubblica dell’Azerbaijan Ilham Aliyev e per perorare la causa ed intrecciare le preziose alleanze indispensabili per raggiungere il risultato voluto e sperato.
Fino alla proclamazione delle nostre colline quali paesaggio culturale: una grande vittoria festeggiata al ricevimento promosso dall’ambasciatore italiano a Baku, Augusto Massari, per celebrare l’evento.
Poi spazio ad una nuova sfida, una “full immersion” alla scoperta della città di Baku nella speranza di riuscire a raccontala in sole 24 ore.
Una capitale che ormai supera abbondantemente i due milioni di abitanti, pulitissima, piena di storia e di modernità, in cui si trova tutto ed il contrario di tutto. Baku è una città dai tanti stili che rappresentano varie epoche e dominazioni. Si vede l’impronta persiana, quella zarista, quella sovietica e quella occidentale.
Una passeggiata nella città vecchia, patrimonio dell’umanità Unesco, vale da sola il viaggio. Con le sue moschee, il Palazzo degli Shirvanshah, la Torre della Vergine e il Caravanserraglio, oggi famoso e raffinato ristorante, ma un tempo conosciuto dagli antichi viaggiatori che percorrevano la Via della seta, come luogo di ristoro per la sosta notturna.
Il tutto con sullo sfondo le celebri Flame Towers, i tre grattacieli di altezze diverse a forma di fiamma, dal costo di 350 milioni di dollari, le cui facciate di notte si trasformano in schermi giganti grazie all’ausilio di più di 10mila apparecchi al led; ne rimaniamo estasiati.
Ma la curiosità spinge il viaggio di Qdpnews.it nella splendida riserva statale del Gobustan. Istituita nel 1966, dal 2007 è patrimonio dell’umanità Unesco. Nelle grotte e negli anfratti della riserva sono stati rinvenuti più di 600mila dipinti rupestri, per la maggior parte databili fra 5mila e 20mila anni fa.
Si tratta di una preziosa testimonianza delle condizioni di vita preistorica nel Caucaso. Un bel museo spiega in modo chiaro ed interattivo il sito.
La zona è ricca di “vulcani di fango”, ma gli unici mezzi per raggiungerli, viste le enormi buche che caratterizzano le strade sterrate, sono delle vecchie “Lada”, eredità degli anni sovietici, guidate da taxisti spericolati.
I vulcani sono tanti e affascinanti: sembra di tornare in un’epoca preistorica con il fango che sostituisce il magma.
Lungo la strada ci si imbatte nel Trans-Adriatic Pipeline (Tap), che da lì parte. È il famoso gasdotto destinato a far arrivare il gas naturale proveniente dall’area del Mar Caspio dell’Azerbaijan in Italia e in Europa e che tante polemiche ha scatenato nel nostro paese per l’attraversamento della Puglia.
Un’ultima passeggiata, questa volta lungo il Mar Caspio chiude il reportage. Il lungomare è strepitoso e tenuto in maniera impeccabile.
Sulla via del ritorno, a Istanbul, giusto il tempo per una chiacchierata che poi si trasforma in intervista con il governatore del Veneto Luca Zaia.
Il viaggio finisce a Venezia, dove era iniziato. Sulle orme di Marco Polo, di ritorno dalla Via della Seta, anche Qdpnews.it ha subito il fascino di una città che grazie al gas e al petrolio si è lanciata nel futuro con convinzione.
Una città che ha molto da offrire a livello di storia, di monumenti e di tradizioni. Una città moderna e pulita dove si mangia molto bene, nella quale si potrebbe anche pensare di andare a vivere.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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