Sanità, è partita in Veneto la rivoluzione digitale

Sanità, è partita in Veneto la rivoluzione digitale

“Siamo di fronte a un progetto che fa parte di una grande azione complessiva in atto nella Regione Veneto per l’informatizzazione, la digitalizzazione e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, con un investimento complessivo attorno ai 100 milioni di euro reperiti nell’ambito della Misura 6 del PNRR. Il lavoro è già partito e si estenderà a tutte le Aziende sanitarie venete per concludersi nel 2025, entro i tempi previsti dal PNRR”.

Lo ha detto l’Assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, intervenuta a Bassano del Grappa alla presentazione del Progetto “RIS-PACS” per la telemedicina, già partito all’Ulss 7 Pedemontana, che verrà progressivamente diffuso in tutte le altre aziende.

Costato 27 milioni e 690 mila euro, il “RIS-PACS” è strutturato e dimensionato per le diverse strutture ospedaliere venete e rappresenta un elemento strategico per il raggiungimento degli obiettivi di potenziamento della digitalizzazione previsti dal PNRR, per incrementare il patrimonio informativo regionale di ambito sanitario e implementare i nuovi scenari di integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali.

Gli obiettivi principali del progetto sono i seguenti: Implementare gradualmente una nuova architettura dei sistemi informativi regionali che superino l’attuale eccessivo frazionamento dei sistemi di livello locale e favoriscano l’interoperabilità e la valorizzazione dei dati in tutta la Regione; Favorire l’ottimizzazione dei processi ospedalieri e abilitare una maggiore integrazione dei percorsi di cura e assistenza tra l’ambito ospedaliero e quello territoriale; abilitare lo scambio strutturato di dati tra le diverse organizzazioni in diversi contesti; abilitare e promuovere l’analisi strutturata dei dati raccolti durante i percorsi di cura dei pazienti ospedalieri con utilizzo delle informazioni a livello locale e regionale; condividere i dati di interesse regionale e nazionale in modo nativo e semplificato; Integrare i percorsi clinico-sanitari dedicati ai pazienti eleggibili per i servizi di telemedicina, sia nella gestione dell’urgenza che delle cronicità;  unificare e gestire immagini e contenuti clinici. 

I punti di forza di RIS-PACS sono molteplici: tra questi unificare e gestire immagini e contenuti clinici da più specialità di imaging e in diverse strutture, creare un unico Record del paziente per supportare decisioni cliniche consentendo una diagnosi più precisa, supportare l’acquisizione, la classificazione e l’archiviazione di immagini utilizzando dispositivi mobili al posto letto e in altri luoghi di cura del paziente, garantire l’accesso sempre e ovunque per fornire i risultati dei pazienti in modo efficiente.

“Ma i settori sui quali si sta lavorando – fa notare Lanzarin – sono molteplici e riguardano praticamente tutti i gangli vitali dell’attività sanitaria; il Ris-PACS per la Telemedicina; l’Anatomia Patologica; la Procreazione Medicalmente Assistita; il Laboratorio d’Analisi; i Servizi Trasfusionali; il Suem 118; la Logistica. Progressivamente tutte queste novità entreranno in attività e consentiranno di semplificare il lavoro dei sanitari e di assistere meglio i pazienti”.

Nel lavoro sul RIS PACS, di cui è capofila l’Ulss 7, sono attive le Ulss 1,2,3,4,6,8,9, lo IOV e le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona. Il Progetto Anatomia Patologica coinvolge le Ulss 3 e 8 e le due Aziende Ospedaliere. Il Progetto Laboratorio di Analisi coinvolge tutte le Ulss e le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona. Il Progetto sulla Procreazione Medicalmente Assistita riguarda le Ulss 1,2,3,4,5,6,7 e le due Aziende Ospedaliere. Il Progetto sul Sistema Trasfusionale vede protagoniste le Ulss 1,2,3,4,5,6,7,8 e le due Aziende Ospedaliere. Sulla Logistica lavorano le Ulss 2,3,5,7,9 e le due Aziende Ospedaliere. Per il SUEM 118 sono coinvolte ad oggi le Centrali Operative di Treviso, Padova e Rovigo.

La tecnologia contro il Long Covid

La sanità veneta, anche a seguito della necessità di prendere in carico e gestire i pazienti con patologie post acute legate al Covid 19, il cosiddetto “long Covid”, si è dotata di un’organizzazione specifica, realizzata con l’utilizzo delle tecnologie più moderne. Si tratta del Centro Regionale per le Tecnologie della Teleriabilitazione e il Termalismo (CERTTT), affidato dalla Regione all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Padova e presentato oggi, alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, del DG dell’AOUI Giuseppe Dal Ben e del referente del Progetto, il professor Stefano Masiero dell’UOC di Riabilitazione Ortopedica.

“Non appena si è potuto verificare che il Covid lasciava strascichi anche gravi nelle persone colpite – ha detto Lanzarin – abbiamo subito pensato, e quindi realizzato, un’organizzazione in piena regola che potesse seguirli, curarli, aiutarli con tutte le più moderne tecnologie, compresa la teleriabilitazione. Ringrazio l’Azienda Patavina per essersi subito messa a disposizione per realizzare il progetto, che ora andrà esteso a tutte le aziende sanitarie pubbliche e alle strutture private accreditate, termali e non, della Regione. Abbiamo anche l’intenzione di allargare questo modus operandi anche alle patologie croniche”.

Elementi innovativi del progetto sono: supportare la continuità di cura anche per favorire la dimissione e capillarità della presa in carico riabilitativa, ampliare l’offerta di cura a nuovi setting per rafforzare la rete territoriale di presa in carico del paziente con disabilità, stimolare una maggiore multidisciplinarietà per una presa in carico più completa, utilizzare gli strumenti tecnologici e digitali d’avanguardia integrandole con i servizi esistenti Sviluppare un’azione di empowerment del paziente responsabilizzandolo all’automonitoraggio e alla segnalazione precoce delle evoluzioni sindromiche.

“Il valore aggiunto del CRTTT – ha aggiunto Lanzarin – è incentivare lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione con un nuovo modello di presa  in carico riabilitativa dei pazienti con disabilità funzionale neuromotoria, neuropsicologica, comportamentale, psicologica e comunicativa partendo dai pazienti con sintomi post-covid, utilizzando le nuove tecnologie come la telemedicina e teleriabilitazione, garantire universalità, eguaglianza ed equità di accesso alle cure riabilitative, integrare tutti i professionisti operanti nelle strutture riabilitative di degenza, i servizi territoriali e socio-sanitari e le strutture termali venete, in un connubio virtuoso tra pubblico e privato, per una migliore omogeneità, assistenza e appropriatezza dei servizi. Una vera squadra – ha concluso – la cui forza è ancora una volta la multidisciplinarietà e la disponibilità di tecnologie avanzate”.

(Foto: Regione Veneto).
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