Tra rabbia e rassegnazione: le reazioni dei cittadini ai disastri del maltempo. Allerta arancione fino a mezzanotte

Tra rabbia e rassegnazione: le reazioni dei cittadini ai disastri del maltempo
Tra rabbia e rassegnazione: le reazioni dei cittadini ai disastri del maltempo

Non c’è dubbio sul fatto che d’ora in poi, quando echeggeranno i primi tuoni e si intravedranno i primi fulmini, non saranno più soltanto i cani ad agitarsi: i trevigiani si chiederanno in quale area colpirà la grandine, in che direzione soffierà il vento e se correre a coprire l’auto per l’ennesima volta, oppure lasciar stare e affidarsi alla buona sorte.

Gli episodi di questi giorni hanno profondamente scosso i cittadini, impotenti di fronte alla forza che questi temporali ci hanno fatto assaggiare. Girando per le strade del Quartier del Piave e della Vallata, li vediamo con barelle e rastrelli, con soffiatori e motoseghe, farsi largo nell’ammasso di vegetazione che il vento ha soffiato qua e là sui marciapiedi e nei cortili.

Li notiamo mentre salgono sulle scale per controllare i danni del tetto o mentre aiutano i vicini, a cui è stata divelta una vecchia recinzione.

Da Vidor a Follina parliamo con chi aveva da poco comprato l’auto, chi aspettava il preventivo per assicurarla contro la grandine, chi spala la vegetazione dal vialetto di casa, chi vede il cielo da un buco sul proprio controsoffitto e chi domani estirperà le piante che aveva messo nell’orto, destinate a marcire.

Le reazioni dei cittadini

“Ero in mansarda e ho visto che la grandine stava incrinando il vetro della finestra – ci racconta un professionista di Pieve di Soligo -. Ce ne siamo andati di corsa, pensavo potesse crollarmi addosso”. “Nel capannone dove lavoro non ha riportato danni soltanto il tetto, ma anche il controsoffitto” ci racconta un operatore ecologico.

In uno studio di professionisti del settore edilizio troviamo due finestre a soffitto disintegrate dalla grandine: “Una volta sfondato il vetro, la pioggia ha cominciato a cadere sulla mia scrivania, dove avevo appoggiato dei documenti importanti. Adesso dovremo asciugarli pagina per pagina e assicurarci di non danneggiarne ulteriormente nessuno: si tratta di documenti unici e importanti. Nel frattempo, abbiamo un’ottantina di chiamate dai condomini della zona, tutti con casi di questo tipo. Meno male che non è successo mentre eravamo in ferie: saremmo dovuti entrare nuotando”.

A Solighetto, che appare come una città esotica vista la quantità di foglie accumulate in strada, un uomo ci racconta che entrambe le auto della sua famiglia sono state danneggiate. È così per decine di altri automobilisti della zona. “Una era messa con il cofano a sud e l’altra con il cofano a est – spiega sorridendo -. Ma non è servito a nulla, la grandine le ha prese tutte e due. Cosa vuoi farci?”.

Ci fermiamo anche in un’abitazione tra Colbertaldo di Vidor e Col San Martino di Farra di Soligo, dove due cittadine in tuta da lavoro, impolverate di fango, ci spiegano: “L’albero è caduto questa notte. Per fortuna non ha sbattuto contro la casa di famiglia e non è finito in strada, ma in compenso il vento di stanotte ha distrutto le tegole del tetto. Ora ci sono dei veri e propri buchi dai quali entra la pioggia e non sappiamo veramente cosa farci. Stiamo cercando di riordinare e poi attenderemo i Vigili del fuoco”.

“L’orto vicino a casa è salvo perché ho messo le reti – racconta un anziano, che già alle 7.30 di questa mattina era operativo sul campo – ma le piante alte nel campo non se la caveranno. Sono state piegate dal vento quasi fino a renderle orizzontali, e poi è arrivata la grandine a dar loro il colpo di grazia alla base”.

La paura per i costi (e i tempi)

Code (letteralmente) anche in attesa agli uffici dei carrozzieri della zona: alcuni hanno dovuto creare una vera e propria lista d’attesa. Uno di loro, nell’area del Quartier del Piave, ci dice: “Gran parte del personale nei prossimi giorni si è preso ferie. Per quanto la nostra volontà sia quella di venire anche incontro a chi vuole sistemare la macchina in tempi brevi, anche per questione di rappresentanza, dobbiamo rispettare anche questa volontà. Già non trovavamo personale prima, figurati in agosto”.

Un altro tema rilevante è quello dei pezzi di ricambio: a rompersi sono stati anche fari e fanali, specchietti e altri componenti non sempre immediati da reperire. Per il fanale di un’auto nuova, per esempio, può volerci anche più di un mese di ordine, spedizione e consegna, considerando anche il mese di agosto.

Preoccupatissimi anche gli automobilisti che, pur avendo schivato le grandinate di questi giorni, temono per un incremento esponenziale della tariffa delle polizze contro i fenomeni atmosferici dei prossimi anni. “Se dovesse aumentare ancora, non so se potrei più permettermelo – ci dice un benzinaio -, e se la grandine scalfisse solo la carrozzeria uno potrebbe dire anche “pazienza”, ma se mi sfonda i cristalli come in queste occasioni non si può mica far a meno di aggiustarli”.

Il lavoro dei volontari e della Protezione civile, sempre pronti a reagire in queste occasioni, è stato enorme, ma non bisogna dimenticare i professionisti dei Vigili del fuoco, gli agenti della Polizia locale per i sopralluoghi e gli operatori dei Comuni, assieme alle rispettive amministrazioni, che hanno lavorato intensamente nelle scorse ore e altrettanto faranno nelle prossime.

“Bisogna considerare che a un’ondata di maltempo come questa non seguono soltanto le ore di lavoro sul campo – ci spiega uno di loro, – ma occorre riflettere anche sui tempi imposti dalla burocrazia. Ci sono delle responsabilità da prendere anche in questo senso: rilievi, sopralluoghi, prospetti, rapporti e il rischio di eventuali infortuni del personale impiegato durante un’emergenza”.

La “teoria del complotto”

Come sempre in questi casi, c’è anche chi grida al complotto, negando la teoria – universalmente riconosciuta e confermata scientificamente a partire da cinquant’anni fa – del cambiamento climatico: l’intensificarsi dei fenomeni atmosferici ha spinto qualcuno a cercare “il grande inganno”, forse per giustificare la rabbia per la macchina sfondata o il cappotto di casa rovinato.

Secondo le teorie che si stanno rapidamente e pericolosamente diffondendo sui social network, queste condizioni meteorologiche non sarebbero legate a un cambiamento atmosferico causato dall’uomo in generale, bensì sarebbero “a comando” di alcuni. “Perché le nuvole si formano sempre negli stessi posti?” si chiede qualcuno, come se il Veneto fosse l’unica regione a subire questi fenomeni.

E non finisce qui?

Il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile della Regione Veneto ha emesso oggi un nuovo bollettino nel quale viene dichiarata l’allerta gialla sul bacino idrografico Alto Piave (Belluno) e l’allerta arancione su tutto il resto del territorio. L’allerta è valida dalle 14 alla mezzanotte di oggi.

Dopo una pausa, recitano le previsioni dell’Arpav, è prevista una ripresa dell’instabilità con probabili rovesci o temporali associati a fenomeni anche di forte intensità (forti rovesci, locali grandinate e forti raffiche di Veneto) in esaurimento a partire da nord dalla tarda serata. Lo scenario sarà caratterizzato da fenomeni intensi e rapidi.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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