Il Veneto passerà in zona rossa da lunedì con nuove restrizioni che ci riportano a pensare alla situazione vissuta dagli italiani un anno fa.
Crescono il malcontento e l’insofferenza tra i veneti che si preparano ad affrontare un nuovo periodo difficile, aggrappandosi alla speranza che questi sacrifici possano portare ad un abbassamento della curva dei contagi.
Il nuovo decreto legge del governo Draghi blinda la Pasqua 2021 e cancella di fatto le zone gialle con il passaggio diretto in zona arancione, tranne per le Regioni che passano in zona rossa, da lunedì 15 marzo fino al 6 aprile.
Tra il 15 marzo e il 6 aprile, infatti, si prevede “l’applicazione, nei territori in zona gialla, delle misure attualmente previste per la zona arancione”.
Per il decreto, è programmata “l’applicazione delle misure attualmente previste per la zona rossa alle Regioni, individuate con ordinanza del Ministro della salute, in cui si verifichi una incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100 mila abitanti, a prescindere dagli altri parametri riferiti al colore della zona”.
Resta il coprifuoco tra le ore 22 e le 5: si potranno spostare anche in questo orario le persone che dimostreranno con autocertificazione di muoversi per lavoro, per motivi di salute o per un’urgenza.
Rimane in vigore il divieto di spostamento tra le Regioni e in zona rossa è vietato ogni spostamento anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute.
È comunque consentito il rientro al proprio domicilio, all’abitazione o alla residenza ma viene meno la deroga che consentiva le visite a parenti e amici: ci si potrà recare in abitazioni diverse dalla propria solo per lavoro, necessità e salute quindi vengono meno le visite a parenti e amici consentite in zona gialla e arancione.
Da lunedì in Veneto sono sospese anche le attività degli asili ed è stata stabilita la didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado.
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità.
Rientrano in questo elenco le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie, i negozi per bambini e neonati, i fiorai, i negozi di biancheria, i negozi di giocattoli, le librerie, le cartolerie, i negozi di prodotti informatici, gli articoli sportivi, le calzature, gli ottici e i negozi di ferramenta.
Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, ad eccezione delle attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici.
Sono sospese le attività che riguardano i servizi alla persona, ad eccezione di lavanderie, tintorie e pompe funebri.
Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie) ma è consentita la ristorazione con consegna a domicilio senza limiti di orario e la ristorazione con asporto fino alle ore 22.
Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dal codice Ateco 56.3, l’asporto è consentito esclusivamente fino alle ore 18.
Sono sospese tutte le attività svolte nei centri sportivi, anche all’aperto, ed è stato previsto lo stop anche per tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva.
È consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie (è anche consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale).
Sono sospese le mostre e restano chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura mentre in biblioteca il prestito dei libri è solo su prenotazione.
Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente (ad esempio le tabaccherie).
(Foto: web).
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