Infortuni mortali in calo in Veneto: il trend rilevato dagli Spisal del Veneto nell’ultimo quadriennio evidenzia una flessione dalle 52 morti sul lavoro del 2015 alle 21 del 2019.
“In questi venti mesi è stato fatto un grande lavoro per potenziare gli organici degli Spisal – ha sottolineato Luca Zaia, presidente della Regione, affiancato dagli assessori regionali al lavoro e alla sanità, di fronte ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria e di Inail, Inps, ispettorato interregionale – per investire in formazione e prevenzione, coordinare gli interventi locali e promuovere pratiche positive. Molto resta ancora da fare, ma intanto registriamo con favore che il trend delle morti in azienda o nei cantieri è negativo”.
L’incontro di monitoraggio sullo stato di avanzamento del piano ha dettagliato gli obiettivi raggiunti e quelli ancora in itinere: a circa metà percorso, risultano assunti 32 nuovi tecnici della prevenzione (sui 30 previsti) e avviati i concorsi per assumere altri 51 tecnici della prevenzione nonchè 18 medici del lavoro.
Sono aumentati i controlli nelle imprese (più 400 l’anno); finanziato e concluso il piano di formazione del personale; raggiunta una gestione condivisa dei quesiti posti da aziende e utenti e monitorate le performances dei servizi, tenuti ad erogare non solo controlli e sanzioni ma anche assistenza tecnica.
È stata infine riorganizzata la disciplina di utilizzo dei proventi delle sanzioni, che ammonta a circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, in modo che le Ulss possano investirle integralmente nella prevenzione.
I rappresentanti delle tre confederazioni sindacali, pur apprezzando le iniziative assunte e i primi risultati raggiunti, hanno evidenziato la divergenza nei criteri di rilevazione degli incidenti mortali tra Spisal e Inail e sollecitato a mantener alta la guardia nella vigilanza nei luoghi di lavoro.
“Stiamo perseguendo un obiettivo comune – ha concluso l’assessore al lavoro – che ora richiede specifici approfondimenti per affrontare le problematiche specifiche dei comparti più a rischio, come agricoltura, edilizia e metalmeccanica, e i temi del lavoro nero e del caporalato. Il prossimo step del lavoro del tavolo regionale sarà passare da un monitoraggio quantitativo ad una valutazione qualitativa degli infortuni sul lavoro e delle buone prassi adottate per garantire salute e sicurezza a lavoratori e clienti”.
(Fonte e foto: Regione Veneto).
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