Veneto in fascia 3 e accordo con i medici di base. Zaia: “Evitiamo dolcetto o scherzetto e la spesa 10 volte al giorno”

Il Veneto, dopo aver superato i 900 ricoveri, si trova ora in fascia tre (che va dai 900 ai 1500 ricoverati in area non critica) come le autorità sanitarie regionali avevano previsto negli ultimi giorni.

Anche le terapie intensive, che oggi sono 127, si stanno avvicinando alla fascia tre che scatta al raggiungimento del numero di 150.

Gradualmente si stanno aprendo i Covid hospital per avere ospedali dedicati alla cura del virus e altre strutture sanitarie “pulite da Covid”.

“Speriamo che questa avventura duri poco – ha affermato il presidente Luca Zaia – Gli indicatori ci dicono che non abbiamo un’impennata di ricoveri: nelle ultime 24 ore abbiamo ricoverato in tutto il Veneto 30-35 persone. Questo, lo dobbiamo dire, è il dato che abbiamo al momento e non vogliamo sminuire la situazione. Se il bollettino lo si fa ogni giorno è per il racconto della giornata”.

Da tre giorni la curva dei ricoveri si sta “appiattendo” ma questo, come sottolineato dallo stesso Zaia, “non fa Giurisprudenza” e per questo non si può abbassare la guardia.
“Io spero che “dolcetto o scherzetto” stasera non funzioni – ha aggiunto il governatore del Veneto – Invito veramente tutti a una riflessione: in questa emergenza ospedaliera e sanitaria la vera sfida è avere un letto per tutti. Nei nostri ospedali si incrociano pazienti Coronavirus con pazienti ordinari. Pian piano i dieci ospedali diventeranno totalmente Covid: cercheremo di creare meno disagi possibili ma non ci sono altre soluzioni”.

“Un giretto in ospedale purtroppo non lo si può fare, perché ovviamente gli ospedali sono blindati – prosegue Zaia -, però un vicino di casa o qualcuno che vi racconti cosa vuol dire passare per le Infettive o le terapie intensive ormai lo si trova velocemente in Veneto, visto e considerato che abbiamo avuto ormai 57 mila persone che sono risultate positive, molte delle quali sono state nostre pazienti nel sistema sanitario”.

L’invito di Zaia ai cittadini è di fare una vita normale stando attenti alle frequentazioni, all’uso della mascherina e agli assembramenti, senza dimenticare il problema delle infezioni familiari con “rimpatriate” che si rivelano spesso pericolose dal punto di vista dei possibili contagi.

“Magari facciamo gli incontri indispensabili con gli estranei come andare a lavorare o fare la spesa, senza andare dieci volte al giorno ma organizzandoci uscendo una volta sola – conclude – Facciamo in modo che l’affluenza che c’era al bar e al ristorante non si trasferisca nel salotto di casa, in maniera tale che si possa fare un lavoro compatibile con la prevenzione”.

La Provincia di Treviso e quella di Belluno sono osservate speciali e Zaia ha ribadito che la fascia che va da 25 anni a 55 anni resta una delle più delicate per i nuovi contagi.

Il presidente della Regione Veneto ha parlato dell’accordo regionale, che si basa su quello nazionale, rispetto al tema dei tamponi che dovranno fare i medici di base che si sono resi disponibili.

I medici di base del Veneto avranno una dotazione di tamponi e di dispositivi e, secondo l’accordo, gli stessi dovranno fare i tamponi ai loro assistiti che hanno sintomi o necessità particolari.

Per questo Zaia ha firmato una nuova ordinanza grazie alla quale il medico di base diventa di fatto ufficiale di sanità pubblica per il tema della quarantena e che rivoluzionerà gli interventi rispetto ai positivi.

Questi i dati di oggi, sabato 31 ottobre 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 2.328.514 tamponi, 56.953 positivi dall’inizio dell’emergenza Covid (2.697 in più di ieri), 29.179 positivi in questo momento, 18.007 persone in isolamento in questo momento, 908 ricoverati, 127 terapie intensive, 2.401 morti in totale e 4.750 dimessi.

Oggi i sintomatici a domicilio sono 486 rispetto a 28.255 positivi (1,72%).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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