Mentre l’Italia si sta colorando di arancione, il Veneto resta in zona gialla ma l’Rt della Regione è salito.
Il presidente Luca Zaia ha spiegato che la situazione è dovuta alle relazioni sociali e alle buone temperature, che hanno portato alla creazione di assembramenti, e alla riapertura delle scuole superiori con la didattica in presenza al 50%.
Le Regioni italiane che si trovano in una situazione più difficile del Veneto, infatti, hanno riaperto prima le scuole e ora stanno correndo ai ripari per l’inevitabile aumento dei contagi.
Per il governatore Zaia, supportato da molta letteratura scientifica, il peggioramento della situazione è legato indissolubilmente al tema delle scuole, anche se con questo non si vogliono colpevolizzare gli studenti che si trovano ad affrontare situazioni difficili da gestire nell’ottica del contenimento dei contagi.
I giovani, inoltre, hanno cariche virali alte e sono asintomatici, con il rischio concreto che il virus si sposti facilmente da una famiglia all’altra partendo proprio dalle scuole, senza dimenticare i mezzi di trasporto pubblico, la vita di relazione e tutto il resto.
“Chiudere una scuola è una sconfitta – ha affermato Zaia – però non può neanche passare l’idea che chi chiude una scuola ha l’anello al naso e chi invece la vuole tenere aperta, anche per questioni ideologiche, rappresenta il mondo intellettuale. Non è così, mi dispiace. Se si chiude o non si chiude il mondo delle scuole è perché ci sono delle indicazioni di natura scientifica e sanitaria”.
Per questo motivo, la settimana scorsa Zaia ha chiesto il parere del Comitato tecnico scientifico nazionale affinché si pronunci sul tema delle scuole.
Tra oggi e domani potrebbe esserci un nuovo incontro con il governo ma la vera questione sulle scuole è se sia meglio consolidare una situazione o invece fare prevenzione reale, perché decidere di chiudere le scuole solo quando si arriva in zona rossa potrebbe essere un provvedimento troppo tardivo.
Per il Cts si potrebbero chiudere le scuole in zona arancione nel caso in cui si superasse un certo numero di positivi a settimana (incidenza dei positivi su 100 mila abitanti a settimana) ma per Zaia l’approccio sarebbe corretto solamente se il numero dei tamponi fosse omogeneo nei vari territori.
Questi i dati di oggi, lunedì 1° marzo 2021, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 4.050.978 tamponi molecolari, 3.204.219 tamponi rapidi, 10.586 tamponi nelle ultime 24 ore, 603 positivi intercettati nelle ultime 24 ore, 334.250 positivi intercettati in Veneto dall’inizio dell’emergenza sanitaria, 24.910 positivi in questo momento, 1.334 ricoverati di cui 139 terapie intensive (2 in meno di ieri) e 1.195 ricoverati in area non critica (7 in meno di ieri), 9.852 morti in totale (5 morti in più di ieri) e 16.049 dimessi.
La percentuale dei positivi al Covid sui tamponi effettuati è del 5,70% e sta crescendo in modo lieve.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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