“Vicentini magnagati”, il Cantastorie della Destra Piave racconta l’episodio della grande tavolata a base di carne felina

“Vicentini magnagati”, Dino De Lucchi racconta l’episodio della grande tavolata a base di carne felina

Quante volte abbiamo sentito la frase “Vicentini magna gatti/vicentini magnagati?”

Tante, tantissime, a tal punto che questa “diceria” si è diffusa in tutta Italia e forse anche oltre i confini nazionali.

Dino De Lucchi, il “Cantastorie della Destra Piave”, ha voluto condividere con Qdpnews.it – Quotidiano del Piave una sua “personale versione” della storia dei gatti di Vicenza.

“C’e un diffuso detto – racconta – che i vicentini mangerebbero i gatti. Questa diceria trova diverse versioni, alcune fantasiose e un po’ maligne. Il fatto che si mangiasse il gatto può essere tranquillamente vero per il fatto che, durante le guerre, mancava la carne. Ma la cosa può essere riportata per tutta Italia.

La verità è che a Vicenza c’era un importante studioso di storia naturale della scuola di Galileo Galilei che si basa sul metodo sperimentale e sulla verifica dei fatti. L’etologo ante litteram aveva dedotto una cosa che nemmeno Piero Angela ha mai divulgato”.

“Secondo lui – prosegue – i gatti erano gli unici animali che si sono addomesticati da soli, avvicinandosi all’uomo, per accrescere la possibilità di avere cibo, il tutto con fare sornione com’è nella loro natura. Gli antichi egizi ne avevano addirittura fatto una divinità. L’etologo vicentino, grazie ai suoi studi e alle osservazioni che aveva compiuto, era un po’ risentito con questa specie che era stata diffusa attraverso i marinai per via della caccia ai topi“.

“La riteneva ribelle e misteriosa – aggiunge – e da punire un po’ perché aveva tentato di modificare il comportamento umano. Volle quindi prendersi una plateale rivincita. Durante un Carnevale, organizzò una grande tavolata a base di carne di gatto cotta come il coniglio e la lepre. I commensali la trovarono buonissima e solo alla fine, anche come scherzo di Carnevale, venne detto loro che si trattava di carne di gatto”.

“La cosa si diffuse come un arcobaleno – conclude -, perché tra i commensali c’erano come ospiti vari ambasciatori di altre città e signorie. Da qui faccio risalire la mia versione dei fatti e la derivazione che i vicentini mangiano i gatti. Era solo una goliardia di un etologo il cui nome non è stato tramandato perché i gatti si sono presi tutta la scena”.

Scherzi a parte, in molte case degli italiani i gatti sono trattati come dei veri pascià con coccole a non finire e deliziose ghiottonerie preparate dai loro padroni.

Purtroppo, c’è anche chi li maltratta e abbandona e per questo risulta preziosa l’attività di tante associazioni che, anche nel Trevigiano, si occupano di loro.

In Provincia di Treviso operano diverse realtà che aiutano i gatti, tra queste segnaliamo GattiVagabondi (324-0516659), ReteMiao (retemiao@gmail.com) ed Enpa (via Zamboni, 1 – Conegliano; Telefono 327.6393003; mail treviso@enpa.org).

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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