Zaia esclude il rischio del passaggio in zona arancione. Il Veneto chiede che si valuti la soppressione del coprifuoco

Continua il calo dell’infezione da Covid-19 nella Regione Veneto e oggi il presidente Luca Zaia ha escluso categoricamente il rischio di passare in zona arancione.

Questo pomeriggio le Regioni italiane hanno incontrato il governo per parlare delle aperture delle realtà ancora ferme a causa della pandemia.

“Il Veneto chiede che si valuti il tema della soppressione del coprifuoco – ha affermato Zaia – Abbiamo una visione che non è quella degli aperturisti senza se e senza ma, sicuramente ci muoviamo con obiettività e senso della realtà ma anche guardando avanti e pensando che è decisamente iniziata la fase della convivenza. Ricordo che abbiamo inoculato 2 milioni e 100 mila dosi di vaccino: questo significa per noi aver garantito in via teorica almeno una prima dose alla metà dei veneti che sono vaccinabili (sopra i 16 anni sono 4 milioni e 200 mila)”.

La campagna vaccinale è aggressiva ma mancano i vaccini – continua – perché noi abbiamo un potenziale di 100 mila vaccini al giorno ma riusciamo a inocularne, nelle giornate in cui va bene, 35-40 mila visto e considerato che la fornitura settimanale oggi è di 200 mila vaccini”.

Il governatore del Veneto ha spiegato che, in una situazione di bassa infezione, l’Rt rischia di pesare tanto perché piccoli scostamenti possono far schizzare questo parametro.

Per questo, come indicato dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, si dovrebbe considerare l’Rt ospedaliero che fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione.

“Ormai cominciamo ad avere almeno il 30% di cittadini vaccinati – ha aggiunto Zaia – Le categorie che abbiamo vaccinato oggi non rappresentano più il nostro paziente ospedaliero: in Veneto abbiamo avuto un crollo degli over 80 perchè sono vaccinati per il 96,2% e così accade per i cittadini della fascia 70-79 anni che hanno le stesse caratteristiche”.

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, ha precisato che, fino alla fascia dei 50enni, per le somministrazioni bisogna continuare a seguire le classi decrescenti di età e dei fragili, seguendo la programmazione e i tempi del Piano Nazionale.

Per quanto riguarda le somministrazioni nelle aziende, invece, il commissario straordinario ha ribadito che non avverranno prima dell’inizio del mese di giugno.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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