Nel punto stampa di oggi, sabato 9 maggio 2020, il governatore Luca Zaia ha fornito un nuovo aggiornamento sull’emergenza Coronavirus in Veneto: 432114 tamponi (10 mila in più di ieri), 5163 persone in isolamento (340 in meno rispetto alla giornata di ieri), 18671 positivi (53 persone più di ieri), 822 ricoverati (88 in meno rispetto alla giornata di ieri, 309 si sono negativizzati e 435 sono positivi), 78 terapie intensive di cui 38 si sono negativizzate, 2960 dimessi (78 in più di ieri) e 1252 morti in ospedale (9 in più di ieri e 1643 morti in totale).
Il presidente Zaia ha spiegato che la Regione Veneto ha un piano per i bimbi e gli asili nel territorio regionale, senza dimenticare le scuole paritarie.
Le autorità regionali stanno ricevendo tante fotografie di persone che non utilizzano la mascherina e Zaia, dopo aver ribadito che il rischio di contagio e di una riapertura di nuovi focolai è alto, ha lanciato un appello per fare delle azioni di squadra in questa nuova fase dell’emergenza.
“A noi arrivano delle immagini – ha spiegato il governatore Zaia – di persone che sono al supermercato con le mascherine al collo o, addirittura, che non ce l’hanno. Io vorrei ricordare ai gestori che se si ritrovano qualche cliente irresponsabile lo devono lasciar fuori dal punto vendita perché nei punti vendita è obbligatorio l’uso della mascherina. Ricordo ancora una volta l’utilizzo del presidio: è fondamentale. Non dite che poi non lo avevo detto, perché io parteggio per i veneti, sono colui che pensa che si debba riaprire, lo dobbiamo fare in sicurezza e dobbiamo convivere con questa fase importante però, se abbiamo una ricaduta, è una ricaduta purtroppo per tutti e non per pochi”.
“Allora dovremmo richiudere – prosegue – e sarebbe una tragedia dal punto di vista economico, perché vorrebbe dire richiudere tutte le attività. Per quanto riguarda le attività, io spero che in queste ore il governo si decida a dire qualcosa. Se avessero deciso di non ripresentare nuovi decreti dal 18 maggio quindi, in teoria, aprire tutto da quella data, è fondamentale che lo si dica ai cittadini. Non possiamo il 17 sera o il 18 dire “le parrucchiere, i ristoranti, i bar o le attività commerciali aprono domani mattina”, perché non funziona così”.
“Allora veramente l’appello che faccio io è che si apra ma in maniera ovviamente programmata – aggiunge il presidente della Regione Veneto -, in maniera tale che tutti noi ci sappiamo organizzare. Anche noi abbiamo un problema che è quello dei servizi della prevenzione che debbono essere organizzati per nuove aperture. Spero poi che le linee guida siano ragionevoli, che non ci sia qualcuno che applica la sua vena creativa per complicar la vita ai cittadini. La messa in sicurezza è una roba seria ma deve passare anche a un livello di sostenibilità”.
“Leggo da qualche parte – continua Zaia – che qualcuno parla di mettere un tavolo ogni 4 metri: se lo metta a casa sua un tavolo ogni quattro metri ma non in un ristorante perché vuol dire chiudere tutti i ristoranti. Allora dobbiamo capire anche una roba: un discorso è l’esercizio scientifico, un discorso è la vita reale che è un’altra roba”.
“Perché se dovessimo mettere in sicurezza la vita dei cittadini – conclude – dovremmo dire a tutti “girate scafandrati”, ma non solo per il Coronavirus, per qualsiasi roba. C’è sempre il pericolo di un’epatite, di una tubercolosi, di qualsiasi malattia infettiva. Ma penso che non ci siano ancora queste indicazioni nella società, ci sono ancora quelli che si ammalano di influenze e di malattie infettive. Non è che va bene così però dico anche che bisogna vivere”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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