La Patata di Pagnano De.Co. passa con successo al tavolo regionale, diventando la terza denominazione di questo livello registrata in provincia di Treviso, assieme alla Ciliegia di Maser e la Patata di Volpago: l’attestato è stato consegnato ieri sera a Palazzo Beltramini dal rappresentante del tavolo regionale Paola Franco al vicesindaco Franco Dalla Rosa, in presenza di vari produttori del territorio e di Claudio Crotti, presidente del tavolo provinciale.
Dopo aver raggiunto il primo obiettivo il 21 aprile scorso (vedi articolo), con il primo raccolto dell’anno è arrivato anche secondo via libera dal tavolo De.Co. regionale.
Un sì che ha dato grandi soddisfazioni a chi vive e lavora ogni giorno sulla terra di Pagnano, che è stata definita dal vicesindaco “ideale per la crescita di alcune varietà di patata”.
Il catalogo inviato in esame al tavolo regionale ha dimostrato la storicità di questo prodotto e ha spiegato le motivazioni socioeconomiche di questa coltivazione da parte della popolazione, in un momento di povertà.
“Siamo orgogliosi di dare ai produttori un riconoscimento in più per il loro lavoro – afferma Dalla Rosa – Veronelli, proprio qui in questo edificio, aveva ribadito che i prodotti tipici fanno la cultura e la storia di un popolo. Su questo presupposto ogni amministrazione farà il suo, l’ha fatto Maser con la ciliegia e oggi lo facciamo noi”.
In provincia di Vicenza la scommessa delle De.Co, iniziata nel 2004 e lanciata da Luigi Veronelli, ha portato risultati notevoli: a Treviso, oggi, si stanno facendo avanti il Miele d’Acacia del Montello, la Mela di Monfumo, i Chiodini del Montello, la Sopressa dei Colli Asolani e le Angeliche.
Durante la riunione che ha anticipato la consegna, Claudio Crotti ha ribadito: “Se altre denominazioni determinano un rigido disciplinare per quanto riguarda il mantenimento della qualità, la De.Co. si concentra sul valore significativo dell’identità di un prodotto”.
Intanto i produttori, felici del nuovo riconoscimento, sperano in un raccolto degno e nella collaborazione del territorio nel dar valore al loro lavoro: la secchezza di questo periodo ha svantaggiato in parte alcune coltivazioni, che hanno tempo fino all’autunno per recuperare vigore.
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