Asolo si candida a Capitale della Cultura 2024 e lo fa puntando sul gioco di squadra.
Per questo all’incontro di questa mattina a Palazzo Beltramini c’erano sindaci e assessori di quasi tutte le amministrazioni vicine, da Borso del Grappa a Cornuda.
Un’altra sfida per il territorio, non soltanto per la città, che si affianca a quella già avviata due anni fa per fare patrimonio dell’umanità il centro storico e a quella dell’Ipa, intenta a proclamare Unesco la biosfera del Grappa.
Le motivazioni di questa scelta, piuttosto recente per l’amministrazione, sono riconducibili ai ragionamenti sul rapporto singolare tra la “cultura della bellezza” e la “bellezza della cultura” che quest’area custodisce e sui vantaggi che il percorso può portare anche soltanto qualificandosi tra i primi dieci.
Dopo la candidatura di Pieve di Soligo e di Montebelluna, anche il bel borgo scommette sulla propria vocazione, storicamente vincolata alla definizione classica di cultura. Al tavolo, assieme al sindaco Mauro Migliorini e alla presidente dell’Ipa Terre di Asolo e Montegrappa Annalisa Rampin, c’erano l’architetto Danilo Santalucia, che ha stilato una prima bozza del programma, il professor Angelo Chemin e il presidente onorario di Venice Foundation, la dottoressa Franca Coin.
“Tutti noi, Asolo e il territorio della Pedemontana del Grappa, abbiamo il coraggio di perseguire questi obiettivi fino alla fine: miriamo ad arrivare tra i primi dieci – afferma il sindaco Migliorini – La nostra area acquisirà ulteriore visibilità nazionale e porterà un progetto di sviluppo culturale a un tavolo ministeriale: penso che già questa sia una mezza vittoria acquisita. Ringrazio i colleghi sindaci e le associazioni di categoria del territorio per il supporto in questa missione”.
I punti centrali del programma di Asolo riguardano, come descritto dall’architetto Santalucia, la “coscienza culturale della specificità del proprio patrimonio”. La definizione di paesaggio, già “tridimensionale” nel verbo “Paesagire” utilizzato nel dossier di Pieve di Soligo, in questo programma si avvicina a quella di contesto-protagonista: “Asolo regge qualità a tutte le scale di percezione, dalla totalità al frammento – viene spiegato nel programma – Ognuno ha una “sua” Asolo, capace di raccontare storie che vanno oltre l’orizzonte”.
“Il paesaggio non è la ciliegina sulla torta, il paesaggio è la torta”: sono parole del professor Chemin, che ha raccontato di come, prendendo in considerazione una delle tante opere d’arte della città come l’Assunta di Jacopo Da Ponte, lo sfondo del quadro diventi il soggetto principe del quadro stesso.
L’internazionalità di Asolo e la sua capacità di influenzare l’ospite, come si è visto per alcuni personaggi divenuti celebri, è secondo l’attuale commissione un vantaggio notevole, capace forse di far rientrare il nome di Asolo tra i primi dieci nel 2024. Al contempo, già soltanto il percorso verso uno sperato risultato, oltre a rafforzare il rapporto tra Asolo e il territorio circostante, contribuirà secondo il tavolo di lavoro “a contrastare fenomeni di alterazione della struttura del paesaggio” e a “provocare la cultura”.
La bozza del progetto, che porta il titolo provvisorio ma promettente di “Orizzonti in viaggio”, verrà discussa e completata nei prossimi mesi: a ottobre Asolo sarà tenuta a consegnare al Ministero il primo documento ufficiale, contenente le motivazioni della propria candidatura e le linee guida delle progettualità.
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