Chiude a fine anno il Pio XII, l’iconico edificio sul lago di Misurina per bambini asmatici: “Oggi un solo ricoverato. Verso una perdita di un milione di euro”

Un edificio iconico, presente a Misurina da oltre un secolo, che ormai faceva parte del panorama tanto fotografato e ampiamente ammirato dai turisti di tutto il mondo: il Pio XII, centro di diagnosi, cura e riabilitazione dell’asma infantile, concluso l’anno, chiuderà per sempre. Ne dà notizia l’Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti, con sede a Parma, che gestisce la struttura: l’istituto ha cento posti letto e si colloca proprio in prossimità della sponda del lago di Misurina, al centro della piana della celebre località di Auronzo di Cadore.

La storia di questo magnifico edificio, l’unico a osteggiare la visuale sull’ampia radura, inizia nel lontano 1896, quando viene costruito il Gran Hotel Misurina, uno dei pochi alberghi dotati di acqua e luce a tutti i piani e di un caratteristico ascensore ad acqua. Come spiegano alcuni documenti, durante quel periodo l’albergo ospitò la Regina Margherita di Savoia poco dopo la morte di Re Umberto I. Dopo la guerra divenne sede del comando militare italiano e, nel 1949, venne acquistato dalla Diocesi di Parma.

Prima degli anni ’50 la frequenza della tubercolosi nei bambini era dovuta specialmente alla mancanza di prevenzione: i cento posti letto del Pio XII furono dedicati a combattere proprio la tbc. Il personale notò che l’aria di montagna e il soggiorno a Misurina poteva dare grandi benefici anche anche in termini respiratori: nel 1970 il Pio XII divenne casa di cura per la prevenzione e la cura dell’asma, con una capienza di 30 posti letto e nel 1996, riportando a cento il numero di posti letto disponibili, si specializzò nella cura e nella riabilitazione dell’asma infantile.

Fino a oggi, il Pio XII è l’unico centro in Italia disponibile che sia specializzato precisamente in questo campo e il 31 dicembre il suo servizio cesserà del tutto: è la conseguenza di una condizione prolungata di difficoltà economiche, con una perdita di 700 mila euro annui. Quando la direzione ha considerato la prospettiva 2022-2023 i conti economici hanno svelato ulteriori negatività, visto anche un utilizzo ormai al minimo storico della struttura.

“Il costo annuo di mantenimento ammonta a circa 1,8 milioni, mentre il budget autorizzato dalla Regione Veneto è di 1,2 milioni – spiegano dalla San Bernardo -. Il fatturato al 31 agosto verso la regione Veneto risulta pari a 0,45 milioni, il fatturato extra Veneto arriva a 0,08 milioni. Tenuto conto che ad oggi vi è un solo ragazzo ricoverato, si prevede che la perdita del 2022 potrà̀ avvicinarsi al milione di euro”.

“Una scelta dolorosa e inevitabile, attuata dopo aver esperito tutti i tentativi possibili, dal convenzionamento con altre regioni, con i principali Ospedali pediatrici nazionali, all’accoglienza di ospiti con sindrome ADHD (pazienti con disturbo di attenzione e iperattività) attivata nel corso del 2022. Sforzi risultati vani, dal momento che le giornate di ricovero del periodo gennaio – agosto 2022 sono state significativamente inferiori a quelle dello stesso periodo 2020”.

Il personale della struttura verrà trasferito a tempo indeterminato a Parma, nelle strutture dell’Opera che ancora accolgono pazienti: “Profondo rammarico per questa dolorosa decisione – commenta il presidente dell’Opera Diocesana, Roberto Arduini – e vicinanza ai ragazzi e alle loro famiglie che sono stati curati ed ospitati nell’Istituto nel corso degli anni, nella speranza di avere contribuito al miglioramento del loro quadro clinico e di aver lasciato un segno di fratellanza”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati