Dipendenti felici e innovazione tecnologica: la ricetta del successo della bellunese Technowrapp 

L’amministratore delegato di Technowrapp Davide Ceccarelli

Technowrapp è un’impresa fondata sull’ascolto, tanto dei clienti quanto dei lavoratori.

L’intervista all’amministratore delegato Davide Ceccarelli

L’azienda di Fonzaso specializzata nella produzione di avvolgitori automatici e sistemi di movimentazione con l’azienda consorella Intralogika, ha fatto della “Listenability” ovvero della capacità di ascoltare, il pilastro di un nuovo approccio all’impresa che ruota attorno al benessere dell’individuo. 

Dallo scorso anno l’azienda ha ottenuto la certificazione Bcorp che attesta alti livelli di performance verso la tutela dell’ambiente e dei dipendenti e ha chiuso con un fatturato di 12 milioni di euro, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente. 

“Perché le idee più innovative arrivano proprio dai clienti” 

“Dopo l’università ho iniziato la mia carriera di venditore di macchine automatiche – racconta l’amministratore delegato Davide Ceccarelli – Andavo dai clienti, grosse aziende come Nestlè, Coca-Cola e Samsung, li ascoltavo e mi rendevo conto che le idee più innovative arrivavano proprio da chi usava quelle stesse macchine quotidianamente. Al contrario le aziende che rappresentavo sostenevano che il mio compito era semplicemente quello di convincere i clienti che la soluzione in catalogo era la migliore, punto. Eppure, in Italia siamo bravissimi a fare cose su misura, abbiamo fantasia e creatività ma se non impariamo ad ascoltare il cliente rischiamo di fare cose bellissime sì, ma per noi, non per loro”.  

Spinti dalla voglia di invertire questa tendenza e sperimentare un nuovo sistema di lavoro nel 2002 Ceccarelli e altri due soci danno vita a Technowrapp a Fonzaso nonostante nessuno di loro allora avesse particolari legami con il Bellunese. “Una ricerca ci ha suggerito che qui c’erano ottime scuole e di conseguenza disponibilità di personale con una buona preparazione tecnica per il settore delle macchine automatiche” spiega Ceccarelli. 

Un giorno di smart-working per conciliare lavoro e vita privata 

La cura della persona e l’ascolto delle esigenze del lavoratore sono di casa alla Technowrapp dove i dipendenti possono godere di una serie di benefici per conciliare la vita privata con il lavoro. Da febbraio di quest’anno in Technowrapp lo smart working è diventato strutturale e ciascun dipendente ha la possibilità di lavorare da casa per un giorno interno – o per due mezze giornate – alla settimana. Anche l’orario in entrata e in uscita dall’azienda è flessibile perché, spiega il ceo, “non possiamo pretendere che tutti, soprattutto chi ha figli da accompagnare a scuola, timbrino il cartellino alle 8 spaccate”. 

Anche l’organizzazione delle pause caffè non è lasciata al caso: l’azienda concede 5 minuti al mattino e 5 al pomeriggio e invita a sfruttare il tempo davanti alle macchinette per interagire con i colleghi (piuttosto che fare scrolling su Instagram). 

Una volta al mese un gruppo misto di dipendenti di vari reparti e livelli si riunisce davanti ad un coach per un momento di confronto: “Così si impara a stare assieme, a convivere nella diversità e anche a manifestare il proprio disagio in certi casi”. 

L’ascolto in Technowrapp passa anche per la valorizzazione delle idee dei dipendenti a cui è dedicato un corridoio preferenziale ribattezzato “Ideas Way”. Chi ha un’idea la sottopone al proprio manager, il quale ha 30 giorni di tempo per dare un feedback. Se è negativo si passa ad un secondo e poi ad un terzo livello di analisi quest’ultimo appannaggio dell’amministratore delegato. Nel frattempo, le idee proposte rimangono affisse in un’apposita bacheca visibile a tutti. 

 La tecnologia e la sostenibilità

Guardando al futuro l’obiettivo è quello di fare un ulteriore balzo tecnologico assecondando le richieste dei clienti che chiedono prodotti sempre più performanti e sostenibili

Nel caso delle macchine automatizzate che Technowrapp fornisce ad aziende dei settori che vanno dal farmaceutico all’alimentare, la sfida è quella di mettere in sicurezza la merce sui bancali usando meno film possibile.  

“Le macchine avvolgono fino a 100 pallet all’ora – conclude Ceccarelli –  Il mercato e l’ambiente ci chiedono di usare sempre meno pellicola e noi siamo arrivati ad usare 60g di film appena per ciascun bancale e ora stiamo lavorando con i nostri fornitori per raggiungere le stesse performance con pellicole in materiale riciclato e smaltibile. Alzare l’asticella della qualità ed essere sempre più interessanti agli occhi del mercato: in questi aspetti risiede il valore aggiunto della tecnologia”. 

(Autore: Rossana Santolin).
(Foto e video: a cura di Luca Vecellio)
(Articolo, foto e video di proprietà di: Dplay Srl riproduzione riservata
)
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