Omicidio di Fener, fermato un uomo: è in carcere. “Antonio Costa disarmato e pugnalato col suo stesso coltello”

In seguito a 24 ore di serrate indagini dei Carabinieri di Feltre, Quero – Vas e Arsiè, del pubblico ministero Alberto Primavera e dei militari del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dell’Arma di Belluno sulla morte violenta di Antonio Costa, avvenuta nella tarda serata di sabato, un uomo è stato condotto nel carcere di Belluno, dove si trova attualmente in stato di fermo e in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento restrittivo per l’omicidio del 53enne di Alano raggiunto, secondo quanto fin qui ricostruito, da una coltellata al petto.

Il fermo risale a ieri domenica sera alle 23.15. La ricostruzione parziale dell’avvenuto, effettuata grazie alle dichiarazioni di alcuni testimoni, all’analisi delle immagini dell’impianto di video-sorveglianza e poi confrontata con i dati raccolti dalla polizia scientifica, ha portato alla luce una dinamica inaspettata: secondo questa prima ricostruzione degli inquirenti, durante un litigio generato a quanto pare da un comportamento sconveniente del 53enne nei confronti di una giovane donna, sarebbe stato Costa ad aver estratto il coltello in suo possesso, che gli sarebbe stato poi subito sottratto da uno dei contendenti.

Costa sarebbe poi stato colpito da un unico fendente al petto, inferto dal rivale con l’arma che egli stesso aveva sfoderato e che è stata trovata e sequestrata in seguito alle indicazioni della persona in stato di fermo. La posizione di una seconda persona e il suo eventuale ruolo nel delitto di sabato sera sono al vaglio degli inquirenti.

La reazione della comunità

Sono giorni cupi per Alano di Piave: i titolari delle attività presenti nell’area di Fener e in centro paese spiegano che la maggior parte dei cittadini si dicono basiti da quanto avvenuto in stazione sabato sera. C’è anche chi guarda con diffidenza alle comunità straniere e afferma che un fatto come questo, prima o poi, poteva succedere in quella zona.

L’amministrazione comunale conferma che in passato si sono verificati dei tafferugli, ma anche che un fatto grave come un omicidio mai si era verificato all’interno del territorio comunale.

Alano di Piave è sempre stato un Comune caratterizzato da un’ampia presenza di comunità straniere: per esempio, secondo i dati forniti dall’ufficio anagrafe, il 24% della popolazione è dominicana (qui il link all’approfondimento), per oltre la metà concentrata a Fener.

Il mattino seguente al delitto molti cittadini erano convinti che la vittima fosse uno straniero: Antonio Costa, cinquantatreenne residente ad Alano, era conosciuto in paese, anche se non vi era cresciuto. C’è chi lo descrive come un amico, chi come una persona con un carattere prevalentemente pacifico e chi invece ammette che quando “beveva un po’ più del solito tendeva a diventare scontroso, ma più con le parole che con le mani”. “Alla fine, finiva per fare un giro anche con quelli con cui litigava” dice di lui un conoscente.

Il “Kangur bar”, posto oggi sotto sequestro penale (in foto di copertina), era aperto da diversi anni ed era diventato rapidamente un punto di ritrovo per la comunità sudamericana di Fener, che conta quasi il 24% della popolazione, ma anche per molte altre persone. La sera dell’omicidio, prima delle 23, i clienti presenti al bar erano diversi, sia uomini sia donne, e di varie nazionalità.

Il presunto movente

Come già scritto, Costa girava per il paese con il suo monopattino elettrico, non aveva la patente per guidare l’auto e soffriva di un’invalidità riportata dopo un incidente in moto. Quella stessa sera, in un altro locale dove era stato a bere un aperitivo, aveva mostrato agli amici la fotografia di una donna sul cellulare. Una ragazza per la quale, secondo questi amici, potrebbe essersi poi recato al bar della stazione di Fener.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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