Tutti i gusti della Mostra internazionale del Gelato: da sfizio occasionale ad alimento quotidiano

Il Presidente Padrin dietro il banco dei gelati
La Mostra internazionale del Gelato

Avrebbero mai immaginato quei gelatieri che, con grande spirito di sacrificio e ambizione, partivano dalla Val di Zoldo, dalla Val del Boite e dal Cadore per raggiungere i Paesi “più ricchi” o le località marittime, che la Mostra Internazionale del Gelato sarebbe durata e rimasta per mezzo secolo a Longarone?

Il taglio del nastro della MIG si è tenuto questa mattina, domenica 26 novembre, con l’entusiasmo di tutto il comparto nazionale e internazionale: nei padiglioni di Longarone Fiere erano presenti stand letteralmente per tutti i gusti.

Una fiera dedicata quest’anno ai professionisti, che hanno potuto trovare sinergie e occasione di dialogo, ma anche tantissimi spunti per guardare al futuro di un mestiere artistico, oltre che artigianale.

Perché il gelato, anche secondo Domenico Nuzzo, coordinatore del Tavolo Agrifood del CNR, non è più soltanto un vizietto occasionale, ma può tradursi in un alimento quotidiano.

“Il gelato ha capacità di veicolare importanti elementi nutritivi e potrebbe rappresentare uno strumento innovativo per cambiare la nostra alimentazione.

Per esempio, il gelato ha colore: la neuroscienza ci spiega come questo fatto possa influire sul nostro benessere e sul nostro stato d’animo”.

Il gelato quindi, in questa sua nuova interpretazione, viene considerato anche come un’alternativa al “piatto”, con un trittico di gusti che coinvolgono anche le eccellenze della cucina trevigiana, veneziana e bellunese.

Tra gli stand della fiera di quest’anno erano presenti anche tanti giovani, con le loro innovative proposte di sostenibilità: dall’assaporare ancora la fatica autentica della mantecatura manuale fino alla somministrazione di gelato e bevande attraverso l’automazione, dalle coppette ecologiche ai coni di design.

Ai margini del settore gelato, con assaggi a quasi ogni stand, era ben rappresentato anche il comparto cioccolateria, quello del caffè e quello della refrigerazione.

Qui il mondo del gelato ha voluto ritrovarsi: è partito con le fortune dei gelatai all’estero (nostre e loro) ed è tornato qui a Longarone” ha commentato emozionato (potrebbe essere l’ultima fiera nel suo ruolo di sindaco) il presidente della Provincia nonché primo cittadino di Longarone Roberto Padrin, ricordando anche le tante figure storiche che hanno contribuito a rendere il Mig ciò che è oggi.

Ma quest’edizione di MIG guarda al futuro, anche grazie alla visione del presidente di Longarone Fiere, Michele Dal Farra assieme al responsabile per il MIG, che ha detto esplicitamente: “Alle Olimpiadi del 2026 Longarone Fiere non vuole fare solo da parcheggiatore, questa struttura farà da porta d’ingresso alle Dolomiti.

Non è facile mantenere e gestire un polo fieristico come Longarone, ci vogliono grandi investimenti e tanto lavoro: andremo a rivedere la governance e a riorganizzare anche questi eventi.

Vediamo però che alcune delle ultime iniziative, in particolare Horeca e Arredamont, crescono a due cifre. Qualche anno fa se l’avessi previsto, qualcuno si sarebbe messo a ridere. Ma ribadisco: è facile cambiare una macchina per fare il gelato, ma è difficilissimo cambiare la cultura del gelato. Noi dobbiamo imporci di andare oltre i confini delle nostre Dolomiti”.

“Spesso in questo territorio pensiamo al bicchiere mezzo vuoto – è intervenuto l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin -, ma non ci rendiamo conto delle potenzialità che abbiamo e che dovremmo cogliere.

Questa giornata è epocale proprio per le ambizioni espresse dal presidente della Fiera. E io lo ricordo bene, fin da quando ero piccolo e mia nonna faceva questo mestiere: i gelatieri sono artisti, perché fanno con le mani, con la testa e con il cuore”.

Durante il conto alla rovescia, il MIG ha anche deciso di coronare il “gusto olimpionico” destinato a diventare iconico durante i giochi: il concorso si ripeterà per tre anni, coinvolgendo concorrenti anche dal Giappone e dall’Algeria, per determinare un vincitore finale che otterrà un posto d’onore durante le Olimpiadi.

La giuria è presieduta dal celebre Gianfranco Vissani, definito più volte negli interventi “ambasciatore della cucina italiana nel mondo.

Con la sua schiettezza concreta e senza peli sulla lingua, Vissani ha detto che il gelato, essendo nato in Italia (e poi portato in Francia nel 1500) va valorizzato assieme ai grandi prodotti italiani, che sono unici nel mondo.

“Lasciate perdere l’azoto. Il gelato va mantecato. Come faremmo a sentirne i profumi altrimenti?” dice ai colleghi.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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