Lo scrittore Fulvio Ervas (autore di successi editoriali come “Se ti abbraccio non avere paura”) nella prefazione lo ritiene un romanzo denso. Massimo Spadetto, invece, descrive la sua ultima opera letteraria come un racconto lungo.
“Io, Lupo”, fresco di stampa, rispecchia entrambe le definizioni ed è, soprattutto, una storia che commuove, da leggere in poche ore, scandita da 24 brevi capitoli. La voce narrante è quella del Lupo, che interagisce con l’uomo, nell’inverno della steppa siberiana, non con violenza ma con amore e saggezza, per sdradicare l’immagine comune della “bestia”, del lupo cattivo e nero.
Massimo Spadetto, 53 anni, è partito da Caerano San Marco (e ci è tornato ad abitare), per intraprendere diverse strade professionali e inseguire la vocazione per la scrittura, grazie a cui ha prodotto due romanzi: “Il Grande Mazziere”, divenuto un “piccolo” caso letterario (selezionato per il premio “Cortina D’Ampezzo” 2012), lanciato grazie all’intuito di Daniela Zanatta, fondatrice della “Enjoy Edizioni”, seguito dopo due anni da “Tutto il peso della libertà”.
I due romanzi hanno venduto oltre 3500 copie. Purtroppo, Daniela Zanatta è scomparsa prematuramente, lasciando in eredità la scoperta di questo autore trevigiano, che ha conquistato anche l’attenzione di Fulvio Ervas, che afferma nella prefazione: “Massimo-lupo è, tra le righe, una presenza narrativa chiara, non di rado poetica” .
Massimo Spadetto sei anni dopo “Tutto il peso della Libertà”, dunque, ritorna in libreria. Anche per “Io, Lupo” ha trovato un’editrice, Francesca Pavan, alla guida della “Michael Edizioni” di Treviso, che si sta facendo strada con coraggio e buoni titoli, pubblicando Francesco Vidottto e Sergio Bambaren.
“Nella mia ricerca di un editore mecenate, ho mandato il mio scritto alla Michael Edizioni ed ho avuto la fortuna di iniziare una collaborazione in cui credo molto”, dice lo scrittore caeranese, “Ho fatto leggere il mio libro a Fulvio Ervas e ha voluto scrivermi la prefazione. Alla fine della lettura gli ho strappato una lacrima di commozione”.
Ma non c’è solo la scrittura, nella vita di Spadetto: “Nella vita privata ho dovuro fare altre scelte, per avere un guadagno. Ho iniziato a lavorare come oste e stando in osteria ne senti di tutti i colori. Una volta sento dire da un cliente la frase “Homo homini lupus”.
Mi ha colpito e ho cominciato a rifletterci sopra. Così è nato il mio terzo libro. C’è l’immagine del lupo che va cambiata. La struttura societaria, quella dei lupi, assomiglia a quella umana, il branco funziona naturalmente senza leggi scritte. La mia favola è un tentativo di far capire, a chi mi legge, che uomo e lupo sono due specie che dovrebbero essere più unite e collaborare tra loro. Se avessi una guida come lupo non mi dispiacerebbe. Credo che il mio libro sia adatto anche come lettura nelle scuole per i bambini e i ragazzi“.
“Io, Lupo” è appena arrivato in libreria (tra l’altro lo si trova da Zanetti a Montebelluna), però Massimo Spadetto ha già altri manoscritti che attendono di essere pubblicati: “In questi sei anni ho continuato a scrivere, sempre. Ho tre opere pronte. La prossima uscirà nel 2021 e sarà un romanzo più corposo, di 300 pagine. Si tratta di una storia più complessa. Ritengo che sia la mia opera migliore, scritta con maggiore serietà”.
(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
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