Il medico sportivo non conosceva né avrebbe potuto conoscere le reali condizioni di salute di Mario Ceccato.
Per questo, quando gli ha concesso l’idoneità al volo, non ha commesso alcun reato. Va quindi verso l’archiviazione l’inchiesta sull’incidente nel quale il pilota 70enne di Onigo di Pederobba perse la vita insieme all’amico Juri Bortoli, 47enne di Montebelluna, nel suo Asso X Jewel precipitato sul terrazzo di una casa a Caerano San Marco.
A meno di un anno dalla tragedia, il sostituto procuratore Davide Romanelli sta per chiudere l’indagine su quanto accaduto nella serata del 16 maggio 2019 quando l’ultraleggero pilotato da Ceccato, affrontando un atterraggio a velocità troppo elevata perse quota schiantandosi contro un’abitazione di via Giorgione.
Nell’impatto il pilota e l’amico, che stava prendendo lezioni di volo, erano morti su colpo. Escluso il guasto meccanico, la procura aveva concentrato l’attenzione sull’idoneità al volo che era stata concessa a poche settimane da quando, il pilota 70enne aveva avuto un infarto.
Motivo per il quale non avrebbe dovuto pilotare. Ma secondo gli accertamenti svolti dalla procura, il medico sportivo che lo aveva visitato per l’abilitazione non lo sapeva. Ceccato non gli avrebbe fornito la documentazione e, con la strumentazione a sua disposizione, non avrebbe potuto rilevare le patologie cardiache.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: Vigili del Fuoco).
#Qdpnews.it