Cison, iniziato ieri il Green Grest 2020: tra natura e ripresa delle attività di gruppo dopo il lockdown

 

Il Green Grest 2020, organizzato dalla scuola di judo Valmareno Judo Kai di Follina, è un connubio tra attività all’aria aperta, supporto alla didattica e attività che aiutino i bimbi a riprendere la propria quotidianità dopo il lockdown.

Arrampicate, escursioni, orienteering e giochi all’aria aperta sono soltanto alcune delle attività proposte per un centro estivo che nasce nel 2011 e la sua edizione 2020 è iniziata ieri, martedì 23 giugno, al bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino, e durerà fino a venerdì 31 luglio tra Tovena e Mura con il supporto di alcuni allievi della palestra di judo nel ruolo di capigruppo.

Quest’anno, a causa della pandemia, il centro estivo potrà godere anche di momenti dedicati all’espressione delle emozioni dei partecipanti, per bimbi dagli 8 anni in su, grazie al supporto della psicologa-psicoterapeuta Annapaola Borsa.

“Il Green Grest si tiene totalmente all’aperto e i bimbi, per questioni di sicurezza, sono suddivisi in gruppetti – ha spiegato Stefano Stefani, presidente del Valmareno Judo Kai – e si avvale della collaborazione della dottoressa Borsa. Oltre alle attività all’aperto, per tre giorni alla settimana i ragazzi saranno seguiti nello svolgimento dei compiti, con un’attenzione al metodo di studio, in modo da dare un supporto alla didattica a distanza e vedere quelle che possono essere state eventuali lacune”.

“In questo spazio vogliamo dare libera espressione ai bimbi – sono le parole di Annapaola Borsa – che potranno parlare della loro esperienza durante il lockdown: daremo loro la possibilità di imparare a gestire l’emergenza, disegnando quello che ritengono il posto sicuro”.

“Il disegno diventa un aiuto, grazie al quale far ancorare l’immagine alla memoria, – ha aggiunto la psicologa – per iniziare ad accogliere il dopo lockdown: l’obiettivo è quello di far recuperare ai bimbi il lavoro motorio, perché due mesi chiusi in casa per loro equivale a due anni di vita“.

“A tal proposito, la nostra scuola di judo ha da sempre messo in pratica la tecnica del ‘movimente’ – ha spiegato Stefano Stefani – ovvero un tipo di educazione neuromotoria, utile a incrementare i requisiti dell’apprendimento tramite l’esercizio fisico. Lo stesso judo nasce come una disciplina educativa e l’agonismo da noi viene messo in secondo piano: basti pensare che abbiamo un ragazzo con disabilità che sta preparando l’esame da cintura nera assieme a tutti gli altri“.

“Inizialmente il Green Grest era sorto come attività estiva per gli allievi della palestra – ha aggiunto Stefani – per poi allargarsi: sicuramente è motivo di gratificazione il fatto di sapere di aver tirato fuori il bene dai ragazzi”.

“I ragazzi vanno infatti ascoltati, prima che vengano rimessi nel mondo”, ha concluso Annapaola Borsa.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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