Colomban sulla crisi delle imprese: “Il governo deve smetterla di “odiarle”, i costi fissi le stanno ammazzando”

Tante imprese, a causa del blocco delle attività produttive per evitare la diffusione del Coronavirus, rischiano di non sopravvivere a questa nuova crisi che preoccupa molti imprenditori che si stanno impegnando per farsi trovare pronti a ripartire quanto prima.

Massimo Colomban, imprenditore trevigiano proprietario di Castelbrando, ha voluto manifestare la sua delusione per la gestione dell’emergenza Covid-19 da parte del governo centrale che, a suo avviso, costringerà le aziende ad indebitarsi per provare a resistere a questa nuova onda d’urto “spaventosa”.

“Questa è una guerra virologica ma è comunque una guerra – spiega Massimo Colomban – A Castelbrando abbiamo visto sparire, dileguarsi praticamente, tutte le prenotazioni, per prime dall’estero, che per noi rappresentano il 50%, e via via, nell’arco di pochi giorni, anche tutte le prenotazioni italiane e poi sono arrivati i decreti, le disposizioni sulla chiusura della spa e dei ristoranti“.

“Alla fine, pur potendo tenere aperto l’hotel, non ci sono clienti che vengono e abbiamo dovuto chiudere di fronte però ad una struttura, e credo che questo valga per i bar, per i ristoranti e per tutti quelli che agiscono nel campo del turismo, che ha dei costi fissi. In tutto il mondo il governo ha pagato, dando un grosso sostegno dopo tre giorni, dieci giorni, vediamo l’Inghilterra, la stessa Germania, gli Stati Uniti mentre da noi non è arrivata una lira da nessuno”.

Sto vivendo questa situazione da imprenditore attonito per quello che è successo – prosegue – ma un po’ incavolato per l’incapacità governativa di gestire una problematica di questo tipo: cioè il governo non capisce che due terzi delle proprie entrate, cioè della sopravvivenza, delle pensioni e della sanità sono le imprese che lo pagano. Quindi se tu costringi le imprese a chiudere almeno devi dare loro una parte dei costi fissi che comunque avranno e questo non è successo: tutti gli altri stati danno il 25% del fatturato del 2019 come misura e danno un fondo perduto. Invece mi sembra che qua siamo quasi al ridicolo: uno si deve indebitare, andare in banca e chiedere un ulteriore finanziamento per poter pagare i costi fissi e questo è assurdo”.

“Noi imprenditori siamo coraggiosi, speranzosi e quindi dobbiamo essere ottimisti per forza e per natura – continua Massimo Colomban – quindi la ripresa ci sarà. In che modo, in quanti tempi? I clienti esteri cominceranno dal 2021 ad arrivare in Italia, lo spavento è enorme anche di tutto il pubblico mondiale. La stessa cosa vale per la congressistica. Le aziende già soffrono e una percentuale di queste purtroppo chiuderà e il governo le ha fatte chiudere sostanzialmente, impedendo di lavorare e i costi fissi le stanno ammazzando e non sta arrivando nessun sostegno se non degli ulteriori indebitamenti che le imprese dovrebbero fare”.

“Speriamo che, da giugno e luglio, gradatamente ripartano i turisti italiani – aggiunge – ma qui ci vorrebbero delle forti iniezioni da parte del governo centrale. L’Iva, per esempio, abbatterla al 4% per tutte le attività del turismo, fermare l’Imu che è una tassa spaventosa nel nostro caso. I Comuni, visto che una parte dell’Imu va a loro, dovrebbero rinunciare a quella parte per un anno o due e dovrebbero rinunciare, almeno, alla tassa di soggiorno. Ci vorranno anni per riappropriarci della nostra dimensione turistica, perché questa è una mazzata, è un problema di sicurezza delle popolazioni che si muovono. Serve un rilancio del brand Italia e questo lo deve fare il governo centrale”.

“Abbiamo gestito molto male la comunicazione dell’emergenza – conclude – perché siamo stati i primi (in Europa) ad essere colpiti e ci hanno visto come dei “sozzoni” che non sapevamo organizzarci. Poi, sfortunatamente per loro, è arrivata anche da loro l’ondata di virus e quindi si sono resi conto che, forse, l’Italia aveva gestito non proprio male, al di là di una serie di improvvisazioni del governo. La nostra Regione è stata gestita nella maniera migliore rispetto alle altre italiane: non possiamo che dire chapeau al nostro presidente Luca Zaia. Come in tutte le cose, servirà un mix di azioni concomitanti, energiche, forti per far ritornare il turismo, cominciando con quello italiano. Basterebbe azzerare l’Iva che pesa sul turismo e il governo dovrà avere la capacità, l’intelligenza io direi, di smetterla di “odiare” le imprese, rendendosi conto che sono la sua sopravvivenza”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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