I nuovi paradigmi dell’economia per Massimo Colomban: l’evoluzione della congressistica e dei centri benessere

Quale è stata la scintilla che ha dato il via al percorso professionale di successo dell’imprenditore trevigiano Massimo Colomban? Al microfono di Qdpnews.it è lo stesso Colomban a raccontare la sua infanzia, alcune delle più importanti tappe raggiunte ma anche le strategie per uscire dalla crisi che ha colpito il mondo del turismo, un comparto che per sopravvivere dopo l’emergenza Coronavirus dovrà reinventarsi e innovarsi mettendo in discussione alcune “certezze” del recente passato.

È la stessa modalità dell’intervista a rappresentare la metafora della vita dell’imprenditore trevigiano: partendo dal basso, infatti, abbiamo raggiunto il cuore di Castelbrando, imponente castello che ha acquistato e restaurato anni fa nel Comune di Cison di Valmarino, salendo con la funicolare panoramica per poi raggiungere le stanze più importanti dello storico edificio.

Il primo pensiero di Colomban va al padre, per lui un vero maestro di vita per il quale l’imprenditore nato a Santa Lucia di Piave il 31 maggio del 1949 ha speso queste parole: “Io chiamavo mio padre di “Tripla A” nel senso che faceva l’agricoltore, l’artista e anche l’artigiano. Nel borgo del paese, oltre che i campi di terra, sapeva gestire la falegnameria e la fucina per il ferro e lì mi è venuta questa grande passione. Mio padre ha rappresentato per me una figura importantissima a livello umano oltre che etico. Questo è quello che è importante nella vita: non fare solo gli imprenditori ma aiutare anche i tuoi collaboratori e la comunità in cui opera l’impresa”.

Da ragazzo avevo dentro di me la voglia di creare – prosegue Massimo Colomban – perché vedevo mio papà che scaldava il ferro e lo modellava così come sapeva intarsiare il legno: una grande passione per le cose fatte manualmente. Sono andato a scuola full time fino a 14 anni e poi mio padre mi ha detto: “Guarda che a 14 anni tutti sono andati a lavorare”. Quindi mi sono subito adeguato lavorando durante il giorno e studiando alle scuole serali dove ho conseguito il diploma da geometra, frequentando poi per due anni la facoltà di architettura”.

Gli obiettivi raggiunti in una carriera professionale straordinaria sono significativi perché Colomban fonda e sviluppa, dal 1973 al 2002, il gruppo Permasteelisa che è diventato fin dal 1998 il più grande e prestigioso gruppo industriale di architettura al mondo.

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Ben 29 anni di successi, coronati da bilanci sempre in utile con quaranta società presenti in quattro continenti (25 create da zero e 15 ristrutturate e rilanciate), venti stabilimenti di produzione, 5 mila dipendenti dei quali più di mille tecnici, mai nessun dipendente licenziato, mai un giorno di sciopero.

Da 10 a 20 milioni all’anno spesi in ricerca e sviluppo, collaborazioni con Mit (Massachusetts Institute of Technology) & Harvard, un miliardo di euro il fatturato consolidato con utili netti fra i 20 e i 50 milioni all’anno.

Nel 2002 Massimo Colomban lascia il gruppo in mano a 83 manager ai quali aveva dato il 40% delle azioni del gruppo ed assume la carica non operativa di presidente onorario.

L’imprenditore trevigiano ha ricoperto anche la carica di presidente di “Sviluppo Italia Veneto” che viene rilanciata e riportata in utile: nel periodo 2003-2006 “Sviluppo Italia Veneto” favorisce e finanzia la nascita di oltre 150 imprese nel Veneto.

Da ottobre 2006 a luglio 2009, Colomban è presidente del Parco Scientifico e Tecnologico Pst “VEGA”, il più grande parco italiano (200 imprese insediate, 2000 occupati), coinvolgendo i privati in un progetto di rilancio e ampliamento decennale oltre a progettare e sviluppare un allargamento del parco a mille imprese e 10 mila occupati.

Sono tante le operazioni imprenditoriali che vanno a buon fine e nelle quali Colomban mostra la sua capacità di risanare i conti e far crescere le imprese, anche se nell’Alta Marca Trevigiana in tanti lo conoscono per aver acquistato, restaurato e rifunzionalizzato Castelbrando, un castello di 20 mila metri quadrati, 260 stanze, 9 livelli con duemila anni di storia stratificata e recuperata.

L’attuale emergenza Covid-19 ha minato le certezze degli italiani nel campo del turismo, uno dei più colpiti dagli effetti devastanti di questa pandemia, e anche per gli imprenditori dei Comuni inseriti nell’area del nuovo sito Unesco delle colline di Conegliano e Valdobbiadene è tempo di riflettere per capire come potersi rialzare quanto prima da questa situazione.

Anche rispetto a questo tema Colomban ha una ricetta tutta sua che parla di innovazione, nuove tecnologie e atteggiamento positivo nonostante le evidenti criticità: “Tutte le attività imprenditoriali sono delle battaglie continue senza sosta. Si vince o si perde se uno sa percepire i cambiamenti e fare le giuste innovazioni, così è stato nell’attività imprenditoriale con la Permasteelisa e così è nel turismo. Questo con una differenza abbastanza abissale: nel turismo da soli non si vince perché c’è bisogno di aggregazione e su questo l’Italia purtroppo non ha le caratteristiche migliori”.

“Noi siamo individualisti, siamo creatori ma i nostri colleghi che producono Prosecco fanno difficilmente rete – continua – e non percepiscono che “uno più uno uguale tre” quando ci si mette insieme. Continuano a pensare al proprio campanile quindi per loro uno rimane uno. Speriamo che i tempi maturino, soprattutto con le nuove generazioni che capiscono l’importanza di fare rete. Come si esce da una crisi così epocale come quella del Covid? Per esempio, i centri benessere potrebbero trasformarsi in centri medicali dove viene fatto un check-up non solo genomico, ma virologico e batteriologico per preparare il nostro organismo a combattere questi virus perché il Covid non sarà sicuramente l’unico”.

“Qui potrebbero nascere tutta una serie di attività complementari che noi già stiamo progettando per Castelbrando – aggiunge Colomban – Anche la congressistica, un nostro punto di forza, non sarà più come prima però noi dobbiamo pensare a un’esposizione dei prodotti che sia virtuale con videoconferenze e video-esposizioni. Chi non innova perisce, quindi l’innovazione fa parte della stessa vita di un’impresa e rappresenta il primo pensiero che un imprenditore deve avere ogni mattina. Nel turismo non possiamo pensare di aspettare davanti alla porta che arrivino le persone, dobbiamo innovare gli strumenti comunicativi ma soprattutto fare rete per emozionare il turista in un contesto che il mondo ci invidia”.

Purtroppo, l’Italia non premia la meritocrazia e l’imprenditoria è un’attività estremamente rischiosa – conclude – Qui in Italia sembra ci sia quasi un odio verso l’impresa e chi fa impresa ma soprattutto una mancanza di meritocrazia che speriamo cambi nel prossimo futuro. Io sono qui e continuo a operare e investire nel nostro Paese perché spero che ritorni lo spirito che aveva nel 1970/1973, quando sono partito a fare l’imprenditore. A Castelbrando vogliamo progettare altri eventi importanti in videoconferenza con le tecnologie più moderne per coinvolgere non solo i congressisti fisicamente ma tutto il mondo attraverso i canali video-tematici che oggi possono essere sviluppati. Innovare o morire, non c’è scampo”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e Video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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