L’occhio digitale del Prosecco Superiore: dall’antico sogno dei Bisol 1542 alla prima super webcam puntata sulle Colline Unesco

L’occhio digitale del Prosecco Superiore: dall’antico sogno dei Bisol 1542 alla prima super webcam puntata sulle Colline Unesco
L’occhio digitale del Prosecco Superiore: dall’antico sogno dei Bisol 1542 alla prima super webcam puntata sulle Colline Unesco

È difficile immaginare come dovesse essere il Quartier del Piave nel 1542: così diverso da come lo vediamo oggi, con i campanili che svettano dalle colline vitate. Un tempo, il giardino di Venezia doveva essere un luogo selvaggio, dove il rapporto tra l’uomo e la terra era tutto ciò che garantiva alle famiglie di sopravvivere anno dopo anno.

Per la dura realtà di quel contesto storico, tra guerre tra casate, carestie e chissà cos’altro, è bizzarro che ancora si possa trovare qualche legame con il presente: eppure, quel documento fiscale ritrovato, è autentico e riporta la data 1542: i Bisol, in quel di “Santo Steviano”, risultavano essere coltivatori.

Con questa data così lontana, la Bisol 1542, facente parte del Gruppo Lunelli, decise di iniziare a raccontare la propria storia: un racconto fatto di una tradizione famigliare innovata e reinventata, che a un certo punto del suo sviluppo ha incontrato una realtà a livello internazionale capace di valorizzarla e affiancarla nel 2014 a un’etichetta importante come Ferrari.

Ieri, lunedì 29 maggio, la Cantina Bisol ha invitato poco meno di trecento buyer e la stampa locale per due ragioni: per consentir loro di fare un tour, durante il quale approfondire la storia della cantina e le sue innovazioni in termini di sostenibilità e tecnologia, e un’importante novità che andrà a valorizzare tutto il territorio.

Certo, dal 1542 a oggi il salto temporale è lungo: nella seconda parte dell’Ottocento, Eliseo Bisol avviò una piccola attività di vini e grappe in via Follo, a Santo Stefano di Valdobbiadene.

Suo figlio Desiderio, detto Jeio, che amava viaggiare tra le colline del Prosecco con la sua moto Guzzi, continuò questo percorso, trasmettendo la passione del padre ad altri quattro figli: Antonio Bisol, che oggi si avvicina al secolo di vita, è l’unico rimasto.

Gianluca é stato tra i primi ad avviare l’internazionalizzazione del prosecco, scommettendo su Londra che a quel tempo era un “oceano blu”.

Oggi la cantina, che gestisce vigneti in varie zone di quest’area, come per esempio a Campea, mantiene una bassa meccanizzazione del lavoro e reputa indispensabile l’opera manuale dell’uomo: nel Docg le ore lavoro all’ettaro sono 900, contro le 150 del Doc.

Dopo la vendemmia, che viene effettuata con modalità certosine, anche la pigiatura dell’uva ha un’importanza notevole per Bisol e si effettua a pochi chilometri dal sito della raccolta: questo perché il trasporto rischia di creare effetti chimici e organolettici indesiderati. Nella gestione del vigneto, Bisol 1542 evita il più possibile i trattamenti con i “cannoni” e sta lavorando per rimuovere tutta la plastica presente in vigneto, sostituendola con il salice.

L’azienda si è dotata di tecnologie performanti nello stabilimento di via Follo: la cantina è stata progettata su misura per le esigenze delle etichette più prestigiose di Bisol, con un sistema di vasi vinari che consentono maggiore precisione nel dosaggio delle uve provenienti dai vari siti della denominazione.

Dotato di un sistema elicoidale a fasce, l’impianto garantisce il raffreddamento perfetto del prodotto nelle 28 autoclavi che compongono ordinatamente la cantina. In contrapposizione a questi impianti moderni, visitiamo anche la sezione originale della cantina, risalente alla seconda metà dell’Ottocento.

Proprio questo termine, “il prodotto”, non piace al presidente della Bisol Matteo Lunelli, che ribadisce il forte legame tra il territorio e questo marchio, sottolineandone l’eccellenza: “Vogliamo coniugare innovazione e tradizione. È un’azienda che affonda le sue radici profondamente in questo territorio, nella sua storia e nelle sue tradizioni. Credo che questo sia davvero un grandissimo valore: vogliamo raccontare al mondo questa storia ma, allo stesso tempo, vogliamo investire per innovare il modo di comunicarla”.

A questo scopo, nel corso della serata tenutesi prima in sede e poi a Castelbrando con una cena di gala, Bisol 1542 ha introdotto una novità curiosa: “Da domani sfrutteremo la tecnologia per poter portare l’immagine di queste meravigliose colline in tutto il mondo – ha affermato Lunelli – Abbiamo creato il Prosecco Superiore Eye: è la prima live webcam dedicata all’enoturismo, che dalla cima della collina del Cartizze guarda al territorio di Valdobbiadene e narra della viticoltura eroica nel suo senso più vero e umile”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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