“Caro Babbo Natale, per favore salda il debito di 70 mila euro dei miei genitori”. La fragile verità dietro i “Vorrei” dei bambini

“Caro Babbo Natale, so che di solito non porti soldi ai bambini e che non bisogna chiederli, ma per questo Natale vorrei tanto che tu regalassi ai miei genitori i settantamila euro di cui hanno bisogno”: questa è stata la richiesta di una bambina a un Babbo Natale del Coneglianese che, sentendosi stringere il cuore per l’incontro improvviso con una verità più profonda e meno visibile, dove i bambini sono gli osservatori più attenti e premurosi, ha raccontato a Qdpnews.it questo aneddoto.

“Non potete immaginare quali richieste arrivino dai bambini – ci dice, – Babbo Natale per loro non è soltanto un personaggio al quale chiedere ciò che vorrebbero materialmente, una console di gioco o un giocattolo nuovo. Con me, quando sono seduti sulle mie ginocchia, sono soliti parlare a lungo.

Parlare in un modo che meraviglia anche i loro genitori: “Come hai fatto a farti dire quelle cose?” si stupiscono. “Semplicemente li ascolto” rispondo io”.

E così i bambini chiedono per Natale la fine della guerra, domandano di parlare di più con i loro papà, chiedono “pace e serenità” in casa (e quando gli si chiede se ne abbiano rispondono sempre “Sì, però”), chiedono “abbracci e caramelle”, chiedono le cose semplici di cui sentono la mancanza ma che non hanno il coraggio di chiedere ai genitori.

A testimoniarlo ci sono anche centinaia di letterine, alcune delle quali, grazie alla purezza di quelle penne, nascondono dietro all’inchiostro profonda inquietudine, fatta di dubbio e di freddezza, ma anche un’inesauribile speranza. “Ho fatto piangere la mamma due volte – chiede un bambino di sette anni a un altro Babbo in un villaggio di Natale a Pieve del Grappa – ma sono stato bravo ieri. Posso avere lo stesso il regalo?”

“Caro Babbo Natale, – scrive un bambino di otto anni, a Treviso, – porta a mia mamma un “curricolo” nuovo (riferendosi al curriculum vitae, per cambiare lavoro)”. Poi, certo, ci sono quelle che fanno sorridere: “Caro Babbo Natale, non ho fatto la brava perché non mi lavo i denti tre volte al giorno – dice un’altra bambina allo stesso figurante -. Ma non è colpa mia: non mi piace la menta. Le ho chiesto di comprarmene a un altro gusto, ma lei se ne dimentica sempre. Puoi portarle del carbone, così impara?”.

C’è anche chi chiede i regali nella letterina mettendo a fianco anche il prezziario: “Se questi soldi sono troppi, allora questo. Se non puoi neanche a questi altri soldi, quest’altro” e così via. I bambini più sfrontati chiedono molteplici regali: è in quel caso che la deontologia del Babbo Natale dovrebbe intervenire con un rimprovero. Questo accade – per i più esperti – anche quando i bambini pronunciano il verbo vietato, ovvero la parola “voglio”: “Chi dice voglio, ottiene solo carbone” dovrebbe intimare Babbo Natale, suscitando nei bambini il terrore di non trovarsi più nulla sotto l’albero.

Forse per questo, nonostante le scuole diventino sempre più multiculturali, la figura di Babbo Natale rimane un riferimento anche per coloro a cui questa tradizione non appartiene direttamente: “Io credo in San Nicolò, non a te – ha detto con una serietà disarmante un bambino straniero a quello stesso Babbo Natale, durante una serata a Mareno di Piave – ma ci tenevo a conoscerti lo stesso”.

Anche per le famiglie di religione musulmana, che non festeggiano il Natale, spesso il barbuto uomo del Polo Nord non è una figura da evitare, anzi: i bambini si siedono comunque sulle sue ginocchia, chiedendo lo stesso regalo preferito in caso – non si sa mai – possa arrivare per davvero.

(Foto: Qdpnews.it).
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