Caso ex Marras, le minoranze alla vigilia del summit con la Soprintendenza: “Preoccupati per il rispetto dei tempi”

Il complesso dell'ex caserma Marras a Conegliano
Il complesso dell’ex caserma Marras a Conegliano

Alla vigilia dell’incontro tra Comune, impresa e Soprintendenza, organizzato per risolvere il nodo dell’ex caserma Marras, a Conegliano le opposizioni si sono espresse sulla questione con toni preoccupati.

Come aveva già avuto modo di spiegare Claudio Toppan, vicesindaco con delega ai Lavori pubblici, l’inghippo sta nel recupero della copertura: se, da un lato, la Soprintendenza ha richiesto il mantenimento delle capriate sul tetto, dall’altro l’impresa ha segnalato delle criticità strutturali nel soddisfare quanto chiesto. Criticità presenti anche sul fronte della prevenzione degli incendi.

Nonostante ciò, fino a quando questo problema non sarà risolto, i lavori (che avrebbero dovuto iniziare lo scorso gennaio) non potranno essere avviati. Per questo motivo è previsto un incontro domani mattina.

Sul tema, alcune frange della minoranza hanno espresso perplessità e timori, considerato che l’opera è finanziata con fondi del Pnrr.

“Problema tecnico, probabilmente sottovalutato: diciamo che tutto il comparto dell’ex San Martino è in grave ritardo e anche la Marras non fa eccezione (l’operazione sul parco in termini di costi/benefici, la perdita del Comando di Polizia locale e la sala polivalente, la perdita d’affitto del Ceod, al netto dei costi della nuova sede di Polizia locale, più i costi dell’abbattimento, e altro, non pare proprio un miglioramento, né per la città né per i cittadini) – ha affermato Stefano Dugone, consigliere del gruppo “Libertà civica e popolare. Conegliano al centro” -. La Marras, ricordo in una riunione di presentazione del
progetto con i volumi in possesso della Città, nasce sottodimensionata: lì si poteva fare una sede museale o dell’archivio, rendendolo fruibile e visitabile”.

“Ora si è liberato anche il Bingo al Biscione: poteva essere una sede smart e moderna e potrebbe ravvivare l’area. Manca una visione, un disegno lungimirante” ha aggiunto.

Critica sulla questione anche Francesca Di Gaspero di Noi democratici: “La nuova biblioteca è uno dei pochi traguardi che il sindaco Fabio Chies rivendica spesso: questa è la dimostrazione che l’obiettivo non è affatto raggiunto – ha dichiarato -. Speriamo che si possa raggiungere un compromesso con la Soprintendenza, ma mi pare incredibile che non si siano stati attivati a suo tempo dei colloqui per concordare il progetto”.

Maurizio Tondato (Lega) si è invece dimostrato preoccupato per il rispetto delle tempistiche di conclusione dell’opera, entro il 2026 pena la perdita dei fondi Pnrr: “Rimaniamo perplessi, è un’opera attesa da anni, se non da decenni, si tratta di un recupero atteso dalla città – ha osservato -. Questa è un’opera di valore sociale per Conegliano. Ci preoccupa parecchio la questione, perché così si dovrà ancora attendere per un intervento per il quale c’è il termine entro il 2026, altrimenti ci sarà il rischio di perdere i fondi del Pnrr”.

“Mi auguro che l’incontro di domani sia proficuo e vengano rimosse le criticità, così da avviare l’opera e realizzarla entro i tempi previsti, altrimenti la situazione sarebbe allarmante – ha commentato -. L’augurio è che si trovi una soluzione, considerato che si tratta di un recupero che non richiede poco tempo”.

Lucrezia Aggio (Fratelli d’Italia) si dice “favorevole al mantenimento delle capriate sul tetto, ma se può essere causa d’incendio bisogna essere cauti: aspettiamo di vedere le varie soluzioni possibili – il suo commento -. È un bene che i cittadini possano usufruire di vecchi e ampi edifici pubblici. Dare a essi nuove collocazioni, nuova vita, è di primaria importanza, piuttosto di vederne il decadimento strutturale, indice di abbandono e degrado – ha concluso -. L’ex caserma Marras ha ampi spazi e si presta benissimo per qualsiasi uso se ne voglia fare”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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