Conegliano, primo bilancio dei saldi stagionali. Gibin (Ascom): “Le vendite non stanno reggendo, serve una progettualità”

Sicuramente è sotto gli occhi di tutti quanto, con l’arrivo della pandemia, siano cambiate le abitudini di spesa, specialmente in quest’ultimo periodo in cui il caro bollette sta facendo la propria parte.

A tal proposito, essendo trascorso un mese dall’inizio dei saldi invernali, è tempo di un primo bilancio per vedere qual è l’andamento delle vendite, alla luce delle difficoltà del periodo.

A fornire una fotografia della situazione economica attuale, per quanto riguarda in particolare il comparto del commercio, è Maurizio Gibin, presidente di Ascom Conegliano, che ha fornito un’analisi sul tema, partendo dagli aspetti generali della questione fino a giungere al caso specifico della città del Cima.

“Da un punto di vista commerciale, è un anno che non si è aperto bene: il Covid sta spegnendo l’entusiasmo – ha premesso Gibin – Il periodo di Natale è andato bene per alcuni settori, visto il periodo, certo è che se prima c’era una programmazione degli acquisti, ora questi vengono fatti all’ultimo. Il Black Friday è andato discretamente“.

“C’è da dire che, ad esempio nel settore dell’abbigliamento, tra novembre e dicembre sono iniziate delle scontistiche, quindi i saldi stagionali hanno perso il loro normale appeal – ha proseguito – Gennaio è stato un mese negativo. Non c’è gente che gira in città da una certa ora in poi: questo fatto non riguarda soltanto Conegliano, ma anche altri Comuni come Treviso”.

Gibin ha poi osservato quanto la pandemia abbia fatto la propria parte in questa situazione e, di conseguenza, c’è la speranza di “uscire velocemente” da tale condizione.
“I problemi del commercio sono sempre gli stessi – ha continuato Gibin – ma è il commercio in generale a essere in difficoltà e coinvolge anche gli stessi centri commerciali: oggi non funziona nè il centro storico nè i centri commerciali, serve quindi un progetto generale“.

Neppure l’online, secondo il numero uno di Ascom, sarebbe la causa di queste difficoltà, dato che si sta guadagnando il 7-12% al massimo delle vendite: “Sebbene si prenda la propria fetta, al commercio online non si può imputare totalmente la responsabilità di questa situazione. La gente al momento non sta comprando, viste le varie spese, il costo delle bollette e il pensiero per la gestione dei figli, che magari si trovano in dad. Serve un progetto per il commercio”.

“I Comuni hanno ricevuto tante risorse, che vanno investite sui settori che ne hanno bisogno – ha continuato – C’è da considerare che i negozi chiusi e sfitti possono alterare l’ordine pubblico di una città. Sono necessari degli incentivi per le nuove aperture riguardanti determinate categorie di negozi. Stanno chiudendo i negozi storici e serve il commercio di vicinato“.

Nel caso specifico della città di Conegliano, Maurizio Gibin ha osservato che serve una “progettualità per il futuro dell’economia a 360 gradi”. “Se non si pensa al futuro, si rischia che le città si spengano”, ha proseguito, facendo poi riferimento al protocollo “Le attese verso la politica”, redatto assieme a Confartigianato durante la campagna elettorale a Conegliano, organizzato per sezioni e contenente tutti i “desiderata” per il futuro della città, sottoposti all’attenzione degli allora cinque candidati sindaci (vedi articolo). Protocollo che, stando alle parole di Gibin, al momento non sarebbe stato ancora preso in mano.

“Non si parla di progettualità e al momento non ci sono stati incontri con l’amministrazione. Se non c’è economia, non si può pensare a spendere”, ha proseguito Gibin, facendo riferimento al problema degli affitti, mentre a suo dire “non è esclusa la chiusura di qualche altra attività” prossimamente, considerato che oramai si ragiona “di mese in mese” sul fronte del commercio.

“Si tratta di un problema generale, serve un piano di rilancio e creare una cordata di dialogo per non lasciare da solo il commerciante di fronte al proprietario dell’immobile – ha aggiunto – A mio parere manca una progettualità e non lo dico a partito preso, ma si tratta della constatazione di una realtà”.

“Le vendite non stanno reggendo. Se ci sono posti auto vuoti, vuol dire che la gente non si muove”, ha concluso Maurizio Gibin.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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