Quella di oggi, venerdì 26 gennaio, è una ricorrenza per così dire “giovane”: si tratta della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, istituita dal Parlamento e giunta al suo secondo anno.
Una ricorrenza che viene celebrata dall’Associazione Nazionale Alpini e la data ricorda il giorno della battaglia di Nikolajewka, avvenuta in Russia il 26 gennaio 1943: una data ricordata la scorsa domenica a Solighetto, ad esempio, dal Gruppo Alpini locale.
Una Giornata che è anche l’occasione per ricordare quelle Penne nere che, durante i conflitti mondiali, diedero la loro vita a difesa della popolazione, combattendo strenuamente contro l’invasore.
Un esempio è la vicenda di Pietro Maset, nome caro alla sezione Alpini di Conegliano e medaglia d’oro al valore, tanto che proprio a lui sono state intitolate una strada e una scuola primaria della frazione di Scomigo, nonché un gruppo Alpini coneglianese, sorto nel 1984, e la caserma di Codognè.
Il vessillo della sezione Alpini di Conegliano, oltre alla medaglia d’oro di Maset, porta quelle di Sante Dorigo (che si distinse nel corso della Grande Guerra), di Luigi Spellanzon, per il suo valore durante la Guerra d’Africa, e di Giovanni Bortolotto nel 1943.
La storia personale e di guerra di Maset è ricordata al Museo degli Alpini di Conegliano (dove è in corso la mostra “Sabotaggio!”), a lato di piazzale San Martino: al suo ingresso è possibile osservare una bacheca, colma delle onorificenze che ricevette, di due delle sue armi e di una serie di foto, donate dalla famiglia al Museo, dove Maset è raffigurato in varie fasi della sua vita in divisa, in compagnia anche di altri commilitoni.
Ad accompagnare questa bacheca, inoltre, un manichino in divisa, che riproduce quella che avrebbe potuto essere la figura di Maset.
Le armi di Pietro Maset, come ha raccontato il direttore del Museo Aldo Vidotto, vennero rinvenute nel 2006 all’insaputa di tutti, in un’intercapedine all’interno della casa di Scomigo in cui visse, poi venduta. Il ritrovamento avvenne durante le operazioni di demolizione dell’edificio.
“Il Museo venne aperto proprio nel 2006 e, grazie al sindaco dell’epoca, Floriano Zambon, vennero fatte tutte le carte necessarie affinché potessero rimanere nel Museo stesso – ha proseguito Vidotto – La ricorrenza di oggi è da poco istituita, ma si tratta di una Giornata dell’orgoglio alpino, durante la quale devono essere ricordate tutte le storie e le medaglie alpine”.
“In questa giornata, tutte le sedi dei Gruppi Alpini, verrà issato il tricolore su tutti i pennoni”, ha aggiunto.
La storia di Pietro Maset
Maset nacque proprio a Scomigo, il 12 marzo 1911: la sua storia iniziò con l’arruolamento da soldato semplice, fino a divenire uno tra i più eroici e valorosi capitani alpini.
Nel 1932 si arruolò nel secondo Reggimento del Genio radiotelegrafisti e concluse il servizio di leva nel 1933, per poi essere richiamato alle armi nel 1935 al 58esimo Reggimento di Fanteria ed essere assegnato al Corpo Truppe Coloniali dell’Eritrea.
Durante la battaglia in Africa si comportò eroicamente, tanto che nel 1936 conseguì la promozione a sottotenente, con l’assegnazione al settimo Reggimento Alpini. Rimase in Africa fino al 1937, anno in cui venne decorato a Belluno con la sua prima croce al merito di guerra e con la medaglia commemorativa per le operazioni in Africa Orientale.
Seguì il congedo, durante il quale si diplomò all’istituto magistrale “Duca degli Abruzzi” di Treviso, per poi iniziare la carriera di insegnante. Una parentesi breve, considerato che nel 1939 venne nuovamente chiamato alle armi.
Entrò come sottotenente all’ottavo Reggimento Alpini, con il quale giunse in Albania. Poi, nel 1940 arrivò la promozione al grado di tenente con anzianità e la medaglia di bronzo sul fronte greco (dove era giunto a seguito di un periodo di ricovero, per alcune sue ferite).
Nel 1942 partì per il fronte russo, con una promozione al grado di capitano con anzianità: il suo eroismo gli valse la seconda medaglia di bronzo e una medaglia d’argento. Nel marzo 1943 rientrò in Italia e giunse il fatidico 8 settembre.
Il capitano Maset riuscì a sottrarsi all’arresto e si ricongiunse a un comando italiano. Successivamente entrò a far parte della prima divisione partigiana Osoppo Friuli (operativa nella zona di Udine), divenendone il comandante: cadde il 12 aprile 1945 in Pian Cavallo, nel corso di un combattimento.
Gli venne conferita la medaglia d’oro alla memoria e due croci di guerra postume, per le operazioni condotte durante il periodo bellico 1940-1943 e per la sua attività partigiana.
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