Guerra in Ucraina, il vicario dell’Esarcato Apostolico: “Ogni giorno nuove fosse comuni, è un genocidio. Il referendum? C’è chi voterà temendo per se stesso”

“Soffriamo da mesi un dolore tremendo per una guerra insensata, diabolica, che vuole distruggere un popolo desideroso di pace e di collaborazione con la civiltà europea. Vediamo una luce in fondo al tunnel grazie allo spirito forte dei militari, pronti a sacrificarsi per difendere il proprio Paese dalla schiavitù”.

Alla vigilia dell’inizio del settimo mese di conflitto, padre Teodosio Roman Hren, vicario generale dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, si è espresso così durante l’incontro che si è tenuto nella serata di ieri, giovedì 22 settembre, nella sala verde di Casa Toniolo a Conegliano.

L’evento, dal titolo “La guerra in Ucraina e la ‘sua’ mobilità umana”, organizzato dall’Ufficio Migrantes della Diocesi di Vittorio Veneto diretto da don Mirko Dalla Torre – che ha concluso i lavori -, è stato moderato dal professor Lamberto Pillonetto e introdotto dal saluto e dal ringraziamento del vescovo diocesano monsignor Corrado Pizziolo.

Come ha spiegato padre Hren, “in Ucraina convivono due principali realtà ortodosse, una che fa perno alla capitale Kiev – a cui si associa anche una Chiesa acefala – e un’altra a Mosca. A queste si aggiunge la Chiesa cattolica bizantina, che da diversi anni ha anche una diocesi in Italia, l’Esarcato Apostolico appunto”: la scelta di papa Francesco di costituire un’unica realtà in Italia “è stata particolarmente felice e si è rivelata molto utile nel coordinare gli aiuti e l’accoglienza degli immigrati ucraini in questi mesi”.

“La Chiesa ha il grande potere di favorire la pace – ha affermato padre Teodosio, nativo di Leopoli e da 18 anni in Italia -. Come sacerdoti e vescovi stiamo ribadendo il perdono, l’importanza del dialogo, ma questo deve essere reciproco. Purtroppo il patriarca Kirill sostiene fortemente la guerra, ma noi confidiamo che i fedeli di Mosca esprimano la volontà di entrare in contatto per una condivisione di comunione e di pace”.

“Siamo riconoscenti alla comunità italiana, perché insieme abbiamo salvato tante vite umane – ha proseguito il relatore -. Gli ucraini vogliono essere liberi, e si difendono da un futuro altrimenti da schiavi. Quello dei militari ucraini è un atto di amore cristiano, che risponde al precetto morale di difendere il prossimo dalla violenza e dal male”.

Padre Hren ha ricordato come “ogni giorno vengano scoperte nuove fosse comuni con centinaia di civili barbaramente uccisi, oltre ai numeri ingenti di perdite in entrambi gli eserciti, con decine di migliaia di soldati morti sul campo di guerra”.

“Le persone vengono uccise per la loro nazionalità, si tratta di un genocidio – ha evidenziato ancora -. L’Italia è da sempre una meta amata dell’emigrazione degli ucraini, che apprezzano nei cittadini della Penisola una mentalità di apertura, accoglienza, calore simile alla loro: pur nelle difficoltà inevitabili della lingua, gli ucraini non si sentono ‘stranieri’, e anche in questi mesi hanno avvertito concretamente il vostro supporto e la sincera solidarietà”.

L’attenzione mondiale in questi ultimi giorni è tornata a rivolgersi proprio alle dinamiche russo – ucraine, in particolare dopo il recentissimo discorso del presidente Putin e il suo annuncio dell’indizione dei referendum in Donbass, principale obiettivo della campagna militare russa di questi mesi: “È un momento di grandi dubbi, non sappiamo cosa porterà questo voto – ha chiosato a questo proposito il vicario dell’Esarcato -. Nel territorio interessato ci sono tanti contrari, che ora però sono costretti a votare a favore del referendum perché temono per la propria incolumità e per quella dei propri cari”.

A proposito dell’impegno diplomatico della Chiesa per favorire la cooperazione e la pace in tutte le sedi internazionali, nella serata di ieri è stata diffusa la fotonotizia dell’incontro (con stretta di mano) avvenuto tra il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, a margine dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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