Il “divorzio” tra Comune e Conegliano In Cima scatena l’opposizione: “Il Modus operandi della giunta ricorda le ‘Baruffe chiozzotte'”

Una veduta aerea di Conegliano
Una veduta aerea di Conegliano

La rottura imminente tra il Comune e l’associazione di commercianti Conegliano In Cima ha scatenato in città le prime reazioni, in particolare dall’opposizione.

La giunta comunale ha infatti deciso di sottoporre al consiglio comunale l’approvazione del recesso dall’associazione, con la motivazione che non sarebbe stata convocata dal direttivo di Conegliano In Cima un’assemblea dal 2019.

Da parte sua, la presidente Patrizia Loberto ha annunciato la volontà di proseguire con il proprio gruppo associativo la realizzazione di progetti per la città.

Sul tema si è espressa la frangia di opposizione costituita da Libertà civica e popolare: “Riteniamo che Conegliano In Cima sia partner strategico importante per chi voglia amministrare la città. Anche per i finanziamenti ricevuti, e ricevibili, dal livello regionale – afferma il gruppo -. Il modus operandi della giunta, volendo usare una metafora, ricorda le ‘Baruffe chiozzotte’ di goldoniana memoria”.

“Nulla di nuovo, l’abbiamo già visto in altre occasioni: se non si è in grado di fare sistema con chi ha idee diverse, o si fa la voce grossa o si lascia il campo – prosegue -. Amministrare è compito complesso, che richiede confronto e condivisione e soprattutto unità di intenti. Ci sfuggono, al di là di personalismi evitabili, quali siano le volontà di chi amministra riguardo al commercio cittadino. Mancano completamente le idee e la visione”. 

“Si lamenta una scarsa trasparenza, nonché mancate convocazioni di assemblee in era Covid e di commissariamento, mentre il direttivo ha sempre lavorato. Quando magari le consulte del Comune a loro volta non vengono convocate – continua il gruppo politico -. Dispiace che prevalga, anche in questa occasione e in un’associazione, la logica del volere un direttivo e un presidente di area, piuttosto che lavorare assieme per obiettivi”.

“Quasi a voler punire chi ha fatto, legittimamente, scelte diverse prova ne è la sostituzione di Conegliano In Cima, ben prima di questa decisione, nell’organizzazione del Natale – aggiunge il gruppo di minoranza -. Non capiamo, infine, come l’attuale amministrazione, che riconosceva in Conegliano In Cima un interlocutore, essendo socio dell’associazione, non abbia mai richiesto la convocazione dell’assemblea”.

Sul tema si è pronunciata anche Lucrezia Aggio, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, altra forza di opposizione alla giunta Chies: “Sono rammaricata per quello che è successo con l’associazione Conegliano In Cima, in quanto la città ha perso una grande opportunità – afferma -. Bisogna lavorare in sinergia con le associazioni, perché è proprio attraverso l’organizzazione di eventi che Conegliano può rinascere“.

“Mi rattrista sapere che, a causa di ciò che è capitato, a rimetterci sono sempre i cittadini” conclude Aggio.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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