Juke Hybrid, il suv FHD che reinventa il segmento B: due motori elettrici, un termico e la colonnina non serve

Quando questo modello è arrivato sul mercato, nel lontano 2010, la Nissan ha scelto un nome breve e incisivo per un’auto che doveva mostrare destrezza e controllo in città come in contesti extraurbani, a con la comodità e gli spazi di un suv tradizionale: così nacque Juke, in onore di quella mossa nel football americano che evita il placcaggio da parte dell’avversario e che (spesso) porta alla vittoria.

Dopo ventidue anni, la nuova Juke guarda ai nuovi orizzonti dell’elettrificazione con lo stesso obiettivo, quello di destreggiarsi in un nuovo scenario, che predilige le motorizzazioni ibride ma che cerca anche nuove soluzioni alternative per i guidatori che ancora non vedono nel Full Hybrid tradizionale la risposta finale.

La nuova Nissan Juke mantiene le curve del design originale aggiungendo un’aerodinamicità capace di dare supporto anche ai consumi, effetto che in questo periodo si percepisce: nella versione Hybrid, l’auto è costruita sulla piattaforma modulare che prevede il collocamento della batteria da 1.2 kilowatt sotto il bagagliaio.

La novità sta nella tecnologia del motore, che rende questo veicolo ottimale specialmente nello scenario urbano, dove l’autonomia viene rinforzata dalle ricariche, conseguenti a frequenti frenate e ripartenze, e nella trasmissione, che consente 15 combinazioni di marcia.

Al motore termico, un aspirato 1.6 con 94 cavalli, Nissan accompagna un’unità elettrica da 49 cavalli che spinge la Juke a prestazioni apprezzabili (148 Nm di coppia): a questo punto entra in gioco l’Alleanza e, in particolare, l’esperienza Renault, che aggiunge a questa struttura un secondo motore elettrico da 15 kilowatt che alimenta il pacco batteria e ottimizza i giri sulla base sull’andamento dell’auto, oltre a consentire un recupero mirato di energia nelle fasi di frenata.

Il dialogo tra questi tre motori avviene in due modalità, “in serie”, quindi con il motore termico che si occupa di generare energia, ceduta alla batteria che alimenta il motore elettrico che a sua volta dà motricità alle ruote, oppure “in parallelo”, quindi con entrambi i motori chiamati a dare spinta sulle ruote anteriori. Tutti questi parametri, che possono sembrare complessi per coloro che sono abituati ai motori tradizionali, possono venire monitorati attraverso una nuova interfaccia sul cruscotto che è specifica per la versione ibrida.

Le quindici modalità di trasmissione disponibili sono dovute al cambio multi-mode, sempre sviluppato da Renault, che consente di avere due marce per la parte elettrica e quattro per il motore termico. Siccome l’avvio da fermo avviene sempre in modalità elettrica, chi guida una Juke non avrà bisogno mai di una frizione: anzi, come spinta verso la definizione dell’automobile elettrica, il brand nipponico ha inserito la funzione dell’E-Pedal, con la possibilità di utilizzare soltanto un pedale per accelerare e rallentare, attivabile da uno specifico pulsante. Il tasto EV, un’altra funzione esclusiva di questo modello, azzera le emissioni durante la marcia, per quanto l’autonomia del 1.2 kilowatt lo permetta.

Quella dinamicità suggerita dal nome rende la Juke capace di muoversi con disinvoltura in ambito urbano, con consumi pari a 5,2l/100km e scarse emissioni, ma alcune comodità sono pensate anche per chi è solito fare tratte più lunghe. Il pacchetto degli aiuti alla guida comprende il sistema ProPilot che aggiunge al classico Cruise Crontrol, il mantenitore attivo della linea, l’avviso di superamento della stessa, il monitoraggio dell’angolo cieco, la lettura dei segnali stradali e la frenata automatica di emergenza.

Alle concessionarie Sarlogroup Autogiada, la versione hybrid nel suo pacchetto N-Connecta (clicca per il link al configuratore) si attesta nella fascia dei trentamila euro, coerente ai costi del segmento B, che proprio questo modello ha più volte reinterpretato nella sua evoluzione. Crea già curiosità negli appassionati c- e il nome non è un caso – anche la versione Enigma, che mette il “turbo” alla Juke, togliendo però la componente elettrica e quindi i benefici che ne derivano.

(Foto: Sarlogroup).
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