“La colpa del riscaldamento globale è dell’uomo”: il climatologo Luca Mercalli inaugura il festival “Note dall’Universo”

Il climatologo Luca Mercalli

È stato un vero viaggio nel tempo, dal passato al presente, con una riflessione su un possibile scenario futuro, quello tracciato dal celebre climatologo Luca Mercalli: ieri sera si è svolta infatti la prima tappa del festival “Note dall’Universo”, nell’aula magna del Cerletti di Conegliano.

Una manifestazione itinerante, che toccherà anche i Comuni di San Pietro di Feletto e Follina, per un mix tra musica e riflessione su determinate tematiche di attualità.

Un primo assaggio è stato dato ieri sera dove, Mercalli, facendo riferimento alla musica, alla pittura, alla storia e alla letteratura, ha illustrato come il clima sia mutato nel tempo e, soprattutto, come non sia più possibile negare l’evidenza di un cambiamento climatico in atto. Non sono mancati riferimenti a studiosi e scienziati che fecero riferimenti ai problemi climatici e ai loro effetti negativi, fino alla citazione dell’enciclica di papa Francesco sul tema.

Tutto grazie anche agli intermezzi musicali dell’Ensemble del festival. Festival curato da Gisella Curtolo.

L’appuntamento è stato introdotto dai saluti istituzionali della dirigente scolastica Mariagrazia Morgan, del sindaco Fabio Chies, dell’assessore agli Eventi Claudia Brugioni, seguiti da quelli del consigliere dell’associazione Unesco Federico Capraro, del presidente del Rotary Club Conegliano Nicola Martino, il quale ha ricordato come la manifestazione sia abbinata alla raccolta fondi per il progetto di una “Stanza per l’ascolto”.

In platea erano presenti Claudia Meneghin, assessore alla Cultura del Comune di San Pietro di Feletto, Mario Collet, sindaco di Follina, oltre a consiglieri di maggioranza e minoranza della città di Conegliano.

Mercalli ha messo in scena una vera e propria “lectio magistralis”, partendo dalle “Quattro stagioni” di Vivaldi e passando poi tra i brani musicali del tempo, fino a illustrare alcuni dipinti, a cavallo tra Seicento e Settecento, per mostrare quanto in passato l’estate fosse meno calda di quella attuale e gli inverni più rigidi. In sostanza, esistevano le stagioni a tutti gli effetti.

La sua analisi ha passato in rassegna le iconografie del passato, vere e proprie testimonianze delle situazioni climatiche del passato, citando poi i nomi di studiosi e scienziati che nel tempo si accorsero di quanto qualcosa stesse cambiando su questo fronte.

Inverni rigidi che gelavano canali d’acqua non solo a Venezia, ma anche nelle Marche: segno di un freddo che oggigiorno non siamo più abituati a sentire. L’unico inverno con neve e tanto freddo risale al periodo tra il 1985 e il 1987, mentre negli “ultimi 35 anni qualcosa ha iniziato a cambiare”, in fatto di clima.

Se a Torino, nel Settecento, era la norma che cadesse mezzo metro di neve, oggi è già molto se ne cadono 17 centimetri, ha fatto notare il climatologo.

A riprova degli inverni freddi del passato, Mercalli ha citato l’esempio dei violini costruiti da Stradivari a Cremona, tra Seicento e Settecento, iconici strumenti dal legno di abete delle Alpi reso compatto e omogeneo dal freddo del tempo.

Senza scordare il caso di Ötzi, cacciatore dell’Età del Rame, la cui mummia che venne rinvenuta solamente nel 1991, segno di quanto in passato non ci fossero mai state delle stagioni così calde da scoprire e deteriorare la sua salma.

“Negli ultimi anni c’è stato un caldo che non ha avuto eguali nei 10mila anni precedenti – ha chiarito Luca Mercalli – Nell’ultimo secolo la temperatura è aumentata di 1,2°C. Se non ci fosse stato lo zampino degli uomini, avremmo avuto una temperatura costante. La colpa del riscaldamento globale è esclusivamente umana: nella nostra storia evolutiva non è mai stato così tanto caldo”.

“Dobbiamo occuparci di noi, osservando ad esempio i valori della CO2 da fermare e, se possibile, abbassare – ha proseguito – I primi studiosi, che compresero quanto la CO2 potesse alzare la temperatura del pianeta, vissero nell’Ottocento, ma i loro studi non vennero molto presi in considerazione”.

Mercalli ha riferito che un italiano produce 7 tonnellate di CO2 all’anno e un americano addirittura 18. Il dato ammonta a 2 tonnellate a persona durante un viaggio aereo Malpensa-New York, quindi larga parte delle emissioni di CO2 sono da attribuire anche al traffico nei cieli.

“Alla fine degli anni ottanta, del secolo scorso, iniziarono a esserci i primi cambiamenti in fatto di clima ma, tra gli anni ottanta e novanta non si fece nulla per questo problema: si pensava che l’economia dovesse avere la supremazia. I ghiacciai alpini si sono ridotti del 60% e quelli più piccoli si sono addirittura estinti. L’anno scorso a Siracusa c’è stata la temperatura più alta d’Europa: 48,8°C. Sono temperature che, se si mantengono così alte per mesi, diventano invivibili: si riflettono sulle colture, ma anche sulla nostra temperatura corporea”.

“L’anno scorso ci sono stati numeri alti di decessi dovuti al caldo, mentre a Londra sono stati registrati 40°C: non è mai successo prima – ha continuato – L’estate 2022 è stata la più calda nella storia d’Europa e il fatto è che questi record incalzano. Il mare si scalda e il Mediterraneo sta diventando un brodino, dove arrivano pesci tropicali, spesso velenosi. Nel 2022 la siccità del Po è stata la peggiore degli ultimi 100 anni“.

“Il riscaldamento globale amplifica gli eventi estremi. Ad esempio, aumentano gli incendi – ha messo in guardia Mercalli – Le temperature del futuro dipendono dalle scelte di oggi. Il tempo sta scadendo: la finestra si chiuderà tra sei anni e la cura va fatta adesso“.

“Il Nord Italia è tra le zone più esposte a questi cambiamenti climatici – ha aggiunto – L’aumento del livello del mare va di pari passo con l’innalzamento delle temperature, quindi in futuro tutto ciò sarà un problema per la città di Venezia. E intanto un milione di specie animali rischiano l’estinzione. Tutto ciò si profila in un’epoca minacciata dalle contraddizioni: si spende di più per missili e armi, meno per l’ambiente”.

“In tutta questa situazione c’è un pezzo di responsabilità storica e un pezzo di responsabilità attuali – ha spiegato – Bisogna riqualificare gli edifici dal punto di vista energetico e tenere conto che le energie rinnovabili sono intermittenti: c’è ancora un gap tecnologico. La risposta è la ricerca scientifica“.

“Difendiamo il nostro territorio, – ha concluso Mercalli – perché non è infinito”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati