Una ciotola per la Giornata nazionale della cura dopo la visita a papa Francesco: un simbolo realizzato da Sara Dall’Antonia con i Piccoli ceramisti di Scomigo

La ciotola simbolo della Giornata nazionale della cura della vita delle persone e del pianeta (che cade il 1° marzo) è partita da Conegliano, per la precisione dalla frazione di Scomigo, dove si trova il laboratorio dell’associazione dei Piccoli ceramisti.

Nello specifico, la ciotola è stata ideata da Isidoro Dal Col e realizzata da Sara Dall’Antonia, giovane artista 28enne, originaria di Vittorio Veneto e residente a Colle Umberto, che collabora con i Piccoli ceramisti di Scomigo.

Una ciotola che è diventata un simbolo, grazie alla collaborazione con Flavio Lotti, coneglianese d’origine e residente a Perugia, coordinatore nazionale della Tavola della Pace.

Come ha raccontato la giovane ceramista, in realtà la ciotola in questione è stata realizzata lo scorso anno e poi consegnata il 28 novembre a papa Francesco, in occasione di un’udienza in Vaticano, nell’aula Paolo VI. Occasione in cui il papa ha espresso un particolare augurio, rivolto ai ceramisti dell’associazione: “Che ognuno di voi possa diventare poeta della pace”.

Questa semplice ciotola realizzata in porcellana, rimanda all’azione delle due mani che si accostano per contenere il dono, o meglio, nel gesto di accogliere e donare. Una ciotola simbolica, quindi, dalla forma concentrica che allude all’idea della perfezione e all’abbraccio fraterno, ma con un bordo increspato che, al contrario, rappresenta l’imperfezione.

Una rappresentazione che è il risultato della passione di Sara, ormai ceramista a tempo pieno.

La ciotola realizzata da Sara Dall’Antonia

Il racconto di Sara Dall’Antonia e il suo impegno nell’arte della ceramica

“Ho realizzato la ciotola con l’associazione dei Piccoli ceramisti di Scomigo, poi donata al papa e utilizzata come simbolo – è la sua premessa – Faccio parte da cinque anni dell’associazione, che ho frequentato prima come corsista. Adesso, insegno lì come volontaria. L’opera l’abbiamo realizzata tra ottobre e novembre. Poi è stata consegnata il 28 novembre a Roma, al papa”.

Sara ha frequentato l‘Accademia di Belle Arti a Venezia, dove ha studiato pittura, per poi avvicinarsi alla ceramica successivamente, dopo l’università, proprio tramite l’associazione di Scomigo, fino a diventare ceramista di professione da qualche mese.

“Fare la ceramista penso sia uno dei lavori più belli, perché si lavora con un materiale che è vivo, anche se non sembra: c’è molta fatica in questo lavoro, ma dà soddisfazione – ha raccontato – Lavorare con le mani è bellissimo: entri in sintonia e in rapporto con il materiale”.

“Per quanto riguarda l’opera, non me lo sarei mai aspettata che diventasse un simbolo – ha proseguito, spiegando che, pur avendo realizzata lei l’opera, è stata progettata dal gruppo dell’associazione – Pensavamo che poi la storia sarebbe finita lì e non ci sarebbe stato un seguito. Invece è piaciuta molto a Flavio Lotti, che ci ha chiesto di pensare e realizzare un’opera, come associazione”.

L’idea è ricaduta proprio su questa ciotola, perché “è la forma più semplice e universale, viene utilizzata in tutte le civiltà“. Inoltre, è un “contenitore che si dona con il cibo e un contenuto a una persona”, per prendersi cura di quest’ultima.

La porcellana, invece, è a sua volta simbolo di un concetto prezioso come la cura.

“Abbiamo di utilizzare come materiale la porcellana, perché è il materiale più nobile che ci sia nell’ambito della ceramica – ha specificato – La ciotola l’abbiamo fatta al tornio. La porcellana, essendo un materiale prezioso, simboleggia il fatto che il concetto stesso di cura è prezioso. Inoltre, il bordo della ciotola è un po’ irregolare, cosa che solitamente viene considerata un difetto: abbiamo pensato a questa cosa facendo riferimento alle persone che hanno dei difetti, motivo per cui bisogna prendersene cura, come dice papa Francesco”.

Una passione, quindi, che si è tramutata in un simbolo nazionale, per rappresentare un concetto che non deve essere mai dimenticato.

(Foto: Piccoli ceramisti).
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